Twitter è “app di news”, cosa manca agli altri social network per essere classificati come tale?

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Facebook, Instagram e TikTok - pur venendo spesso usati come fonte di informazione - non vengono classificati sugli store come app di news

Il modo in cui Twitter viene classificata come app di news su iOS e come social network su Play Store – col beneficio, però, di vedere Twitter Lite (versione di Twitter che consuma meno dati) classificata come app di news anche su quel negozio digitale – lo abbiamo già approfondito. Al netto del fatto che, spesso e volentieri, vediamo Facebook, Twitter e TikTok – soprattutto dalla gen Z – sfruttati come fonti per avere notizie, cos’è che le differenzia da Twitter e che non le vede classificate come app di news negli store?



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Perché Twitter è un’app di news?

Capire perché le altre app  che abbiamo nominato non lo sono passa dal comprendere la storia di Twitter, di come sia diventato agenzia di stampa – altro approfondimento di cui ci siamo occupati nella giornata di oggi – e delle ragioni dietro la classificazione sui principali store. Su iOS la descrizione di Twitter inizia così: «Guarda cosa sta succedendo nel mondo proprio ora. Dalle ultime notizie e divertimento, sport e politica, ai grandi eventi e gli interessi di tutti i giorni. Se sta succedendo da qualche parte, sta succedendo su Twitter». Una descrizione simile la troviamo sullo store di Android per la versione di Twitter Lite: «Ricevi notizie, politica, musica di tendenza, eventi mondiali, risultati sportivi e le ultime notizie globali mentre si svolgono».



Twitter, in sostanza, viene riconosciuto come spazio digitale in cui vengono forniti aggiornamenti in tempo reale da tutto il mondo. Un luogo in cui non solo si può scegliere di seguire tutte le fonti più accreditate nel mondo – siano essere istituzionali, agenzie stampa, singoli utenti che forniscono informazioni come un’agenzia stampa – ma anche di inserire dei propri contenuti e di fare informazione (il cosiddetto citizen journalism, il giornalismo partecipativo). Con tutti i rischi che questo comporta, ovviamente, se l’informazione non è verificata e costruita seguendo determinate regole che sono – tra le altre – quelle deontologiche dei giornalisti.

TikTok, Facebook e Instagram: perché nessuno le classifica come app di news?

Per cercare di capire questa differenza, andiamo a vedere l’incipit delle applicazioni in questione sia su App Store che su Play Store. Iniziamo con TikTok, che su App Store presente il seguente incipit di descrizione:



«TikTok è una piattaforma video. Potrai guardare video brevi con estrema facilità e creare i tuoi contenuti filmando tutti quei momenti divertenti e memorabili da condividere con la nostra community globale»

TikTok su Play Store:

«Da idee per outfit a video divertenti, tutto nella community numero 1 per video»

Passiamo a Facebook su App Store:

«Connettiti con gli amici, i familiari e le persone che condividono i tuoi stessi interessi»

Facebook su Play Store:

«Tenerti in contatto con gli amici è più veloce che mai»

Vediamo infine Instagram su App Store:

«Ti avvicina alle persone e alle cose che ami»

Instagram su Play Store:

«Più vicini alle persone e ai contenuti di tuo interesse»

Non è tanto una questione dell’utilizzo che le persone ne fanno – considerati i numeri di TikTok in crescita come fonte di notizia nel Regno Unito nonostante la tanta disinformazione, per esempio – ma come sono nate e come vengono percepite dalle aziende stesse che utilizzano gli store per metterle in vendita. Se storicamente Twitter sembra aver abbracciato quella piega da agenzia stampa che ha preso nel corso del suo percorso, TikTok e Instagram sembrano mantenere il focus – almeno in via ufficiale – su intrattenimento e creator mentre Facebook riamane il social per eccellenza per restare in contatto con le persone della propria cerchia.