Trump afferma che se verrà rieletto raggiungerà un’intesa con l’Iran in 30 giorni
Il presidente Usa si è dimostrato esaltato per quanto accade in Medio Oriente
13/08/2020 di Ilaria Roncone

Donald Trump, che ha reso conto di quanto sta accadendo in Medio Oriente e della pace che si sta provando a raggiungere, è esaltato dal risultato. Che già sventola in previsione delle elezioni Usa: «Se vengo rieletto intesa con l’Iran in 30 giorni», ha detto. Ha anche affermato che ci saranno altri paesi arabi che – secondo lui – imiteranno la scelta degli Emirati Arabi Uniti. L’entusiasmo di Trump non corrisponde a quello di Netanyahu e di Mohammed bin Zayed Al Nahyan – principe ereditario che governa la monarchia del Golfo -, comunque. Se Trump e il leader israeliano parlano di «sospensione dell’ipotesi di annettere parti della Cisgiordania», il principe del Golfo propende per una rinuncia definitiva.
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L’approvazione del presidente egiziano
Dall’Egitto arriva il parere di Abdel Fattah al Sissi in merito alla questione: «Importante aver fermato l’annessione», ha detto, in un elogio per il passo diplomatico. In realtà l’unione tra Israele e Emirati Arabi ha lo scopo di fermare l’Iran. L’espansionismo del paese nella regione ha spinto Israele e Emirati a stringere relazioni non ufficiali per contrastare la cosiddetta minaccia sciita dall’Iran. Anche la crisi pandemica ha spinto i due stati ad avvicinarsi per via delle missioni più o meno segrete per recuperare materiale medico.
Netanyahu e il rinvio per calmare l’estrema destra
Il presidente israeliano si è visto costretto a utilizzare il termine rinvio per calmare gli animi dell’estrema destra nella coalizione al potere mentre i coloni già lo hanno accusato di averli svenduti, considerato che il premier aveva promesso di inglobare una serie di territori palestinesi entro lo scorso 1° luglio. Intanto le fazioni palestinesi divise si uniscono per definire questo accordo una «normalizzazione che premia l’occupazione israeliana»: a dirlo è Hanan Ashrawi, leader storica di Fatah, e a unirsi a lei troviamo i portavoce di Hamas secondo i quali «l’accordo non aiuta la causa palestinese».