I giudici californiani respingono al mittente la causa di Trump contro Twitter

L'ex Presidente degli Stati Uniti, bandito dalla piattaforma social (anche da quelle del gruppo Meta) dopo l'assalto dei suoi sostenitori al Campidoglio nel 6 gennaio del 2021, avrà tempo fino al 27 maggio per modificare la sua denuncia e ripresentarla

07/05/2022 di Enzo Boldi

È arrivato un nuovo stop a una delle tante cause intentate dall’ex inquilino della Casa Bianca nei confronti delle grandi piattaforme social. Proprio nelle settimane in cui – per via dell’acquisizione da parte di Elon Musk – si è tornati fortemente a parlare di un suo possibile ritorno su quel social da cui era stato bandito per «incitamento alla violenza» dopo l’assalto al Campidoglio del gennaio 2021 da parte dei suoi sostenitori, arriva un nuovo “no” a una delle tante cause intentate da Donald Trump contro Twitter. Questa volta sono stati i giudici della California a respingere la richiesta fatta dall’ex Presidente degli Stati Uniti.

LEGGI ANCHE > Donald Trump torna a postare e lo fa su Truth Social

Tutto è iniziato diversi mesi fa, quando il team legale dell’ex numero uno della Casa Bianca aveva deciso di intentare tre cause: una contro Facebook, un’altra contro Google (per YouTube) e l’ultima contro Twitter. Tre istanze presentate al tribunale della Florida che, però, ha deciso di rinviare tutte e tre le cause al tribunale federale della California, Stato in cui tutte e tre le aziende hanno la loro sede legale. All’interno della contestazione di Trump contro Twitter, gli avvocati hanno fatto riferimento – tra le tante cose – al fatto che, secondo il tycoon, il social abbia preso la decisione sul suo ban permanente dalla piattaforma su impulso del governo americano. E lo hanno fatto muovendo questa accusa: «Esercita un grado di potere e controllo sul discorso politico in questo paese che è incommensurabile, storicamente senza precedenti e profondamente pericoloso per aprire un dibattito democratico».

Trump contro Twitter, la causa respinta in California

Ma la sentenza del giudice federale californiano James Donato, ha motivato nella sua sentenza il perché la causa intenta da Donald Trump contro Twitter non possa procedere seguendo quelle mozioni: «Non si può plausibilmente affermare che il governo abbia obbligato l’azione di Twitter attraverso la Sezione 230 (del Communications Decency Act datato 1996, etichettato come incostituzionale dai legali di Trump, ndr), che in ogni caso non ha imposto alcun obbligo affermativo a Twitter di agire in alcun modo particolare». Adesso l’ex Presidente USA avrà tempo fino al 27 maggio per presentare una causa modificata (come da prassi), ma da quel che si evince dalla sentenza del tribunale federale della California non potrà aggiungere altre azioni legali. Questa causa, dunque, sembra potersi fermare al palo.

(foto IPP/zumapress)

Share this article