Facebook e Google non fanno abbastanza per proteggerci dalle truffe online

Google e Facebook devono agire in maniera proattiva e non reattiva nella lotta alle truffe online

26/04/2021 di Ilaria Roncone

Questo il risultato dello studio messo in piedi da Which?, organizzazione indipendente che fa da watchdog quando si tratta dei diritti dei consumatori nel Regno Unito. Nel mirino del Codacons UK sono finiti Google e Facebook, entrambi accusati non solo di non riuscire a rimuovere gli annunci di truffa ma di non fare abbastanza in merito. Entrambe le aziende affermano costantemente di agire per proteggere gli utenti e di rimuovere gli annunci fraudolenti ma, secondo l’analisi di Which?, è necessario avere un approccio più proattivo, considerato che – nonostante le segnalazioni arrivate dagli utenti – Google non è riuscito a rimuovere il 34% degli annunci e Facebook ha lasciato il 26% delle truffe online individuate.

LEGGI ANCHE >>> Cosa significa scammer? La truffa, anche sentimentale, corre sui social

Il processo di segnalazione truffa su Google è poco chiaro

Indubbiamente un’accusa pesante e tra le più gravi. Secondo il rapporto di Which?, infatti, spesso e volentieri su Google le truffe non vengono segnalate perché il procedimento per farlo risulta essere poco chiaro. Su Facebook, diversamente, chi non segnala lo fa perché dubita che il social farebbe poi qualcosa. In termini di numeri, spiega il rapporto, ben il 43% degli utenti non ha segnalato la truffa alle aziende tecnologiche. Di tutti gli intervistati è il 15% degli utenti ad essere caduto in una trappola e ad averlo segnalato (nel 27% dei casi su Facebook e nel 19% su Google).

«Attribuire alle piattaforme la responsabilità legale di identificare, rimuovere e prevenire»

Il giudizio nel merito di Adam French, esperto dei diritti dei consumatori, è netto: «Non c’è dubbio che i giganti della tecnologia, le autorità di regolamentazione e il governo debbano fare di tutto per evitare che le truffe fioriscano» e «alle piattaforme online deve essere attribuita la responsabilità legale di identificare, rimuovere e prevenire contenuti falsi e fraudolenti sui loro siti…e il governo deve agire ora», riporta BBC.

A permettere che tante persone caschino nelle truffe online sarebbe una serie di fattori combinati: «La mancata azione da parte delle piattaforme online quando vengono segnalati annunci di truffa, le poche segnalazioni da parte delle vittime di truffe e la facilità con la quale gli inserzionisti possono pubblicare nuovi annunci fraudolenti anche dopo che l’annuncio originale è stato rimosso: tutto questo suggerisce che l’approccio delle piattaforme online deve essere più proattivo nell’impedire che gli annunci fraudolenti raggiungano potenziali vittime».

La moderazione deve avvenire prima delle truffe online, non dopo

Sia Google che Facebook, una volta informati dei risultati di questo report, hanno agito per eliminare le truffe segnalate e ribadito che la loro attenzione è massima. «Abbiamo norme rigorose che regolano i tipi di annunci che consentiamo di pubblicare sulla nostra piattaforma», ha fatto sapere Google, ed effettivamente le regole ci sono. Il punto – però – è che per la mole di annunci che viene pubblicata sarebbe troppo oneroso controllare ogni annuncio prima che vada online.

Questo però è anche l’unico modo per scongiurare la possibilità che le persone ci caschino e moderare solo dopo, una volta ricevuta la segnalazione, lascia i consumatori vulnerabili a truffe di ogni genere su piattaforme che ritengono affidabili.

Share this article