Se in Italia fai un servizio sugli assembramenti, ti picchiano

È successo a una troupe della Rai a Ponte Milvio, a Roma

21/12/2020 di Gianmichele Laino

Vuoi provare a far vedere ai cittadini italiani – che magari non vivono nelle grandi città, ma che abitano in piccoli paesi dove, per ovvie ragioni demografiche, è più difficile assembrarsi – che, nonostante le prescrizioni del governo, c’è tanta gente in strada che prende d’assalto i negozi dello shopping o i locali che restano (o dovrebbero restare) aperti fino alle 18? Ti picchiano. In Italia ti picchiano. Una troupe Rai aggredita ieri a Ponte Milvio, nel cuore di Roma, lo dimostra. Il gruppo di giornalisti e operatori faceva parte della trasmissione Storie Italiane, che va in onda a metà mattina con la conduzione di Eleonora Daniele.

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Troupe Rai aggredita perché stava documentando gli assembramenti

Ponte Milvio, tra i luoghi principali della movida romana, è una zona della capitale che nei giorni scorsi si è più esposta a casi di assembramenti. Giovani generazioni, ma anche adulti non hanno mai fatto mancare la loro presenza tra le strade del quartiere di Roma nord, nonostante fosse suggerita prudenza e fossero vietati gli assembramenti. La troupe della Rai sarebbe stata aggredita da circa 40 persone che, con diverse responsabilità, avrebbero reso impossibile lo svolgimento del servizio. Il tutto è avvenuto intorno alle 16 del pomeriggio del 21 dicembre.

Sul posto è intervenuto un mezzo del 118, che ha prestato le cure del caso ai componenti della troupe. Sull’episodio stanno indagando i carabinieri sella stazione di Ponte Milvio e della compagnia Trionfale.

Troupe Rai aggredita, le reazioni

«Aggredita a Ponte Milvio una troupe della Rai – ha detto Vittorio Di Trapani, dell’Usigrai –. Delinquenti hanno picchiato il filmmaker. Mi auguro che gli aggressori vengano identificati presto. Solidarietà alla giornalista, all’operatore e alla redazione di Storie Italiane. Al processo ci costituiremo parte civile». Anche la sindaca di Roma Virginia Raggi ha voluto esprimere solidarietà ai giornalisti del programma, attraverso un tweet. 

L’episodio rappresenta soltanto la punta dell’iceberg di una tendenza che si amplifica soprattutto sui social network e che successivamente ha questo tipo di riscontro nella vita vissuta. Lo abbiamo sperimentato anche noi di Giornalettismo, quando abbiamo segnalato il fenomeno dei secret party, lo hanno reso palese gli episodi di Ponte Milvio. Documentare una cattiva abitudine non può in alcun modo essere oggetto di violenze verbali e fisiche.

(Ponte Milvio – foto di repertorio)

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