Sui treni siciliani si viaggia ‘tutti insieme appassionatamente’

La testimonianza di una nostra lettrice a bordo di un vagone della tratta Siracusa-Catania

11/08/2020 di Enzo Boldi

Ore 19.18. A bordo del treno regionale 26592 di Trenitalia, sale una nostra fedele lettrice. Attorno a lei il caos, alla faccia del distanziamento sociale. Siamo in seconda classe, quindi il biglietto acquistato non dà diritto a un posto a sedere riservato e ciò che vede davanti ai suoi occhi lo conferma. In pochi minuti, nelle successive fermate, quel vagone si riempie: gente ammassata, persone nei corridoi e altre che non trovando posto si assembrano vicino agli snodi e alle porte. Sembra la metropolitana di Roma (o Milano) nell’ora di punta. Questa è la situazione dei treni in Sicilia, con questo che è un episodio simbolo dato che nelle ultime settimane sono arrivate segnalazioni simili da tutto il Paese.

LEGGI ANCHE > Perché la Lega attacca il governo per la nave-quarantena in Calabria se a chiederla è stata Jole Santelli?

Quel treno copre la tratta Siracusa-Catania. Insomma, due località molto frequentate per via delle loro bellezze balneari e culturali durante l’estate. Non ci sarebbe nulla di male in quegli scatti in quelle immagini se fossero state scattate la scorsa estate. Purtroppo, però, si tratta di fotografie fresche di giornata che mostrano come sui treni in Sicilia (ma anche in molti altri regionali che collegano l’Italia da Nord a Sud) il distanziamento sociale a bordo sia una pura utopia.

Treni in Sicilia

Treni in Sicilia senza distanziamento, la testimonianza

Colpa dei biglietti che rappresentano un titolo personale, ma che non garantiscono un posto a sedere a bordo. Responsabilità di chi vende tutti quei tagliandi per viaggiare a bordo, senza tenere conto di come si possa facilmente riempire un vagone gettando alle ortiche le norme nate per scongiurare il proliferare dei contagi.

Il sospiro di sollievo quando si scende

Il momento migliore è quando si arriva alla propria fermata e si può scendere dal treno. Dopo un viaggio di oltre un’ora e venti minuti (questo è il tempo che ci impiega il Regionale Veloce che collega Siracusa e Catania). Con la speranza di averla scampata anche oggi e di non esser entrati in contatto con un passeggero potenzialmente infetto. Perché nelle scorse settimane si è parlato tanto dell’alta velocità, ma le criticità sono su quei vagoni di pendolari che si muovo nella loro quotidianità.

(foto di copertina: Giornalettismo)

Share this article