Travaglio descrive il «suicidio perfetto» del M5S sul voto di Rousseau per l’autorizzazione a procedere contro Salvini

17/02/2019 di Redazione

La sua posizione è chiara sin dal titolo. Marco Travaglio parla di «suicidio perfetto» quando descrive il voto affidato alla piattaforma Rousseau dal Movimento 5 Stelle, che chiederà ai suoi iscritti di esprimersi sull’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini. Una decisione sbagliata, sia che la votazione dia esito positivo, sia che quest’ultima si concluda negativamente. Il direttore del Fatto Quotidiano spiega perché e ipotizza i due scenari.

Travaglio e l’autorizzazione a procedere: lo scenario in caso di sì

Nel caso in cui gli elettori del M5S votassero a favore dell’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini, infatti, i deputati pentastellati sarebbero costretti a chiedere scusa per aver affidato ai loro iscritti – pilatescamente, scrive Travaglio – una decisione che, invece, dovrebbe essere nel loro dna e nel loro background politico. Nonostante questa opzione sia comunque la più positiva, comporterebbe in ogni caso una pubblica ammenda da parte dei politici del M5S che, anche solo per una determinata fase del dibattito politico, sono stati tentati di sconfessare la linea originaria del Movimento.

Travaglio e l’autorizzazione a procedere: lo scenario in caso di no

Ma la circostanza, peggiore, secondo Travaglio, si verificherebbe nel caso in cui gli elettori votassero no, facendosi ammaliare dalla retorica di Giarrusso, in quella che il giornalista del Fatto ha definito una vera e propria orazione pro-Salvini. In quel caso, lo scenario sarebbe addrittura apocalittico: «I senatori M5S salvano – in combutta con Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia – l’alleato-competitore. Il Pd risorge e fa la morale ai 5Stelle sventolando la bandiera della legalità. Dario Fo e Gianroberto Casaleggio si rivolterebbero nelle tombe».

Insomma, Travaglio non è in linea con la scelta del M5S di affidarsi alla democrazia diretta. Secondo il direttore del Fatto Quotidiano, infatti, l’esito del voto sull’autorizzazione a procedere dovrebbe essere scontato per un rappresentante pentastellato. Il mandato è stato loro dato dagli elettori proprio per situazioni come queste, che non hanno bisogno pertanto di una nuova consultazione online. Su questo tema, infatti, la consultazione è già stata fatta nelle urne. Il no all’autorizzazione a procedere viene riassunto in una frase lapidaria, che sa di de profundis per il M5S: «Come conquistare il governo in dieci anni e come perdere tutto in un giorno. Missione compiuta».

(Foto Zumapress da archivio Ansa: Daniela Parra Saiani / Pacific Press via ZUMA Wire)

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