Marco Travaglio chiede che il Partito Popolare cacci a «calci in c**o» Viktor Orban

30/03/2020 di Redazione

Marco Travaglio su Orban ha un giudizio molto chiaro. Nel corso della puntata del 30 marzo di Otto e Mezzo ha voluto chiarire la sua posizione in merito al provvedimento, votato dal parlamento di Budapest, che gli ha conferito pieni poteri per superare l’emergenza coronavirus. Secondo il direttore del Fatto Quotidiano, il premier ungherese ha utilizzato un metodo democratico – quello della votazione del parlamento – per cancellare la democrazia in Ungheria, avocando a sé tutti i poteri e allontanando le prossime elezioni senza un termine temporale specifico.

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Travaglio su Orban e quello che dovrebbe fare il Partito Popolare Europeo

«Mi auguro – ha detto Marco Travaglio – che il Partito Popolare Europeo (uno degli storici gruppi che governano da sempre le istituzioni di Bruxelles, ndr) cacci Orban a calci in culo. E mi auguro che la stessa Unione Europea prenda dei seri provvedimenti nei confronti dell’Ungheria perché questo gesto non sta né in cielo, né in terra». Il PPE è sempre stato un partito liberale, ma molto legato ai valori delle democrazie occidentali. Sembrava una scelta di buon senso quella di Viktor Orban di restare al suo interno non entrando nei gruppi sovranisti e nazionalisti del Parlamento Europeo. Ma adesso questa sua azione sembra essere incompatibile con i valori del PPE.

Marco Travaglio, giustamente, ha ricordato che anche in Italia – nei primi anni del Fascismo – Benito Mussolini era passato attraverso il parlamento per ottenere la fiducia e per approvare le leggi fascistissime, servendosi di fatto di uno strumento democratico per imporre una dittatura. «Mi fa sorridere – ha proseguito Travaglio – che Matteo Salvini e Giorgia Meloni, che fino a ieri si erano lamentati per i dpcm di Giuseppe Conte perché ritenuti troppo autoritari, adesso siano d’accordo con il loro alleato».

Il riferimento è al commento di Matteo Salvini, che si è congratulato con Orban, e a quello della Meloni che ha detto che, in fondo, questo modo di gestire l’emergenza da parte dell’Ungheria non sembra essere così dissimile da quello utilizzato in Italia per fronteggiare i provvedimenti presi a causa del coronavirus. Ma in Italia, sebbene senza la solita frequenza, il parlamento continua ad avere un ruolo di controllo e di contro approvazione rispetto alla funzione legislativa accessoria utilizzata in questa fase dall’esecutivo. In Ungheria, invece, il Parlamento sarà chiuso chissà per quanto tempo. Questa volta per davvero.

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