«Nelle serate di Sanremo il traffico internet rilevato in Italia è diminuito»

Il punto di vista di Flavio Luciani, CTO di Namex. A differenza dei picchi durante le partite di calcio, il Festival di Sanremo - nonostante Raiplay - non ha avuto un impatto notevole sulla rete nazionale

13/02/2023 di Gianmichele Laino

Quella linea verde. È il tratto distintivo che siamo abituati a prendere in considerazione, nei grafici del Namex, per misurare il traffico internet in ampie aree del nostro Paese. Il Namex, come abbiamo più volte ricordato, è l’internet exchange point dell’Italia centrale, uno dei più grandi – insieme al MIX – a livello nazionale. È in questo punto di interscambio che si comprende la tenuta della rete internet italiana per quanto riguarda la sua infrastruttura, è da qui che transitano i dati delle principali CDN, è da qui che si capisce quanto e quanto a lungo gli italiani navigano su internet, usufruiscono di servizi in streaming, generano traffico. Per questo, si tratta di un osservatorio privilegiato per avere un’idea di come si sia comportato il traffico internet durante Sanremo 2023. È vero che si tratta, infatti, di un evento principalmente analogico (dove la televisione la fa ancora da padrona), ma – allo stesso tempo – non si può ignorare che la Rai sia titolare si uno strumento, RaiPlay, che ha l’ambizione di collocarsi in fascia alta tra gli OTT. E che dovrebbe essere – in una società attenta al futuro – il vero asset strategico del servizio pubblico. Al contrario, i dati di traffico ci confermano come questo ruolo centrale a cui RaiPlay ambisce sia molto distante. 

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Traffico internet durante Sanremo 2023, il punto di osservazione del Namex

«Il traffico che di solito si vede tra le 21 e le 23 non c’è stato nel corso delle cinque serate del Festival di Sanremo – ha detto a Giornalettismo Flavio Luciani, CTO del Namex -. Ce lo potevamo aspettare perché, al di là del calcio in streaming di Dazn, non ci sono degli eventi che hanno un pubblico molto digitale. Ci sono stati sicuramente dei picchi di traffico durante la settimana, ma questi ultimi sono stati osservati in concomitanza con delle partite di Serie A». In effetti, come abbiamo avuto modo di notare anche in questo pezzo di approfondimento, nella serata di martedì c’è stata la partita della Juventus, nella serata di venerdì la partita del Milan, nella serata di sabato – in contemporanea con la finale di Sanremo – il match di cartello per la zona Champions tra Lazio e Atalanta. In occasione di questi eventi, sul grafico del Namex si può notare un picco di traffico. Per il resto della serata (e Sanremo copre una fascia oraria decisamente ampia, con le puntate che hanno avuto la loro conclusione ben oltre l’1.30 di notte), il traffico che normalmente viene registrato negli Internet Exchange Point è stato inferiore alla media. 

«Se ci fosse stato un utilizzo massivo di RaiPlay – ha spiegato Luciani -, avremmo dovuto avere dei picchi di traffico esagerati, visto il successo in termini di pubblico che ha avuto il Festival di Sanremo. RaiPlay è distribuito all’interno dei punti di interscambio, Namex in particolare, attraverso una grossa CDN che spara il traffico sia sulla nostra infrastruttura, quindi pubblicamente, sia privatamente su delle interconnessioni private tra questa CDN e gli operatori più grossi. Sul traffico di Namex non solo ho visto un calo, ma non è stato nemmeno compensato da un uso un po’ più importante della piattaforma digitale di Rai. Nella serata di sabato, quella della finalissima di Sanremo 2023, per quanto riguarda il traffico internet in Italia, è stato davvero un pianto, soprattutto dalle 23 in poi».

Qui si innesta un tema estremamente importante. La Rai ha comunicato – a più riprese – di aver avuto dei risultati molto performanti su RaiPlay, soprattutto nella serata finale (definita l’evento non sportivo che ha generato più visualizzazioni). Tuttavia, questo dato non può venir fuori dal solo traffico rilevato dal Namex (o da altri punti di interscambio). Possibile, invece, che venga fuori dalla somma tra il traffico rilevato dal Namex e quello sulle interconnessioni private di cui ci ha parlato Flavio Luciani: «Quel traffico, dal Namex, non lo abbiamo visto. Normalmente, i volumi di traffico che possono generare dal numero di device collegati citato dalla Rai (circa 400mila in media, ndr) hanno un impatto significativo sul grafico del Namex, si notano e si riflettono sulla quantità di traffico. In questo caso, probabilmente non si è visto perché la CDN che distribuisce il contenuto di Rai ha convogliato quel traffico su altre direttrici e non su quella che transita sulla nostra infrastruttura. Le CDN, infatti, hanno delle relazioni dirette con i grandi operatori italiani come TIM, Wind, Vodafone, Fastweb, Eolo, Tiscali: in questi casi il traffico viene distribuito direttamente su questi operatori da parte delle CDN».

In generale, comunque, rispetto all’audience televisiva rilevata (si parla di oltre 10 milioni di telespettatori in media per le cinque serate), la quota di mercato che è stata intercettata dalla piattaforma di Raiplay è stata molto contenuta. È segno, probabilmente, che c’è ancora un gap culturale rispetto alla fruizione in streaming di un prodotto come Sanremo. «Se si ha la doppia opportunità di vedere lo stesso programma in tv o su una piattaforma di streaming, il grosso del pubblico sceglie la prima opzione – spiega Flavio Luciani -. Con Dazn e il calcio, invece, è stato completamente diverso: gli utenti che vogliono vedere tutte le partite di Serie A in esclusiva non hanno la doppia possibilità e, quindi, sono stati dirottati verso le piattaforme di streaming. Inoltre, essendo il campionato di calcio davvero importante, Dazn si è dovuta dotare di una infrastruttura realmente complessa per gestire una tempesta di traffico. Rai, potendo contare sul mezzo televisivo, al momento non si comporta ancora come Dazn, anche se la rete internet italiana sarebbe matura per questa rivoluzione».

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