Coronavirus, Torino è la seconda provincia con il più alto numero di contagi: superata anche Brescia
30/04/2020 di Alessandra Delzotto
Torino supera anche Brescia e conquista il triste primato di seconda provincia per numero di contagi in Italia. Peggio del capoluogo sabaudo solo Milano. Stando ai dati forniti dall’unità di crisi della Regione Piemonte, nel torinese sarebbe infatti salito a 12.938 il numero di persone positive al coronavirus, contro le 12.806 del bresciano (Milano è a quota 19.121).
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Il sorpasso non sorprende, era nell’aria da giorni: basti pensare che il 22 aprile scorso la provincia di Torino aveva già superato quella di Bergamo, ad oggi al quarto posto nella classifica delle più colpite della Penisola. Il 25 aprile inoltre il Piemonte era diventata ufficialmente la seconda regione italiana per numero di casi di covid-19, superando l’Emilia Romagna.
#coronaviruspiemonte Il #report aggiornato al #29Aprile sulla situazione in #Piemonte dei contagi e dei decessi dovuti al #COVID19 pic.twitter.com/igU1p90LB2
— Piemonte Informa (@PiemonteInforma) April 29, 2020
La situazione dei contagi in Piemonte
Stando al bollettino dei contagi, sarebbero 25.995 le persone positive al coronavirus in Piemonte, con un aumento di 457 unità rispetto al giorno precedente. I ricoverati in terapia intensiva sono invece 199 (-3 rispetto al giorno prima), i ricoveranti in terapia non intensiva 2.621 (-16), le persone in isolamento domiciliare 12.694.
L’unità di crisi regionale ha poi comunicato che nella giornata di ieri sono stati 66 i decessi di persone positive al test del Covid-19, che hanno portato il numero totale delle vittime a 3.032.
Le giuste proporzioni: Torino e Brescia a confronto
Guardando alla situazione del torinese è necessaria una precisazione. L’area del capoluogo sabaudo è molto più vasta rispetto a quella del bresciano. Mentre la prima conta circa 2,3 milioni di abitanti la seconda ne annovera 1 milione e 200 mila. Questo significa che mentre a Torino i positivi sono circa 560 ogni 100 mila abitanti, a Brescia la situazione è ben peggiore con un rapporto di 1.014 infetti ogni 100 mila abitanti.
A preoccupare tuttavia è la tendenza: Brescia ha raggiunto il picco dell’epidemia il 24 marzo e da allora è stato registrato una diminuzione continua dei contagi. A Torino invece l’epidemia sembra continuare a viaggiare a ritmo sostenuto, segnando un +2,9 nel numero dei contagi contro lo 0,91 di Brescia.
Le spiegazioni possibili: tamponi, scandalo rsa e segnalazioni perdute
Il Piemonte insomma, negli ultimi 21 giorni ha registrato un aumento del 78 per cento dei casi totali, diventando la prima regione per incremento percentuale, seguita dalla Liguria. È possibile spiegarsi in qualche modo questi numeri?
Come abbiamo imparato da tempo l’entità del contagio per regione è rappresentata solo in parte dai numeri ufficiali: più tamponi si fanno, più casi di coronavirus si scoprono. Nelle ultime due settimane il Piemonte ha fatto più di 70 mila tamponi, con un incremento dell’ 87 percento rispetto a quelli fatti fino al 16 aprile. Il governatore della Regione, Alberto Cirio, ha spiegato nei giorni scorsi che questo aumento è strettamente legato al numero di laboratori presenti sul territorio capaci di analizzare i tamponi: a febbraio erano solo due mentre oggi sono 18 e a breve saranno 20. Questo significa che la regione è ora nelle condizioni di elaborare un numero maggiore di tamponi, e quindi di distribuirne di più in un tempo minore.
A questo va aggiunto il caso delle Rsa, o Residenze sanitarie assistenziali. Nelle scorse settimane il Piemonte ha avuto problemi analoghi a quelli della Lombardia con le case di riposo, e la Regione ha reagito lanciando un’operazione di tamponi a tappeto. Stando agli ultimi aggiornamenti disponibili l’ 80 per cento delle rsa piemontesi sono state interessate dai test, 14.703 il numero dei tamponi analizzati di cui circa un terzo era risultato positivo ( il 35 per centro degli ospiti e il 23 per cento del personale) .
È poi necessario aprire un altro capitolo che riguarda i medici di famiglia, che fin dall’inizio hanno messo in evidenza la debolezza della medicina territoriale (anche in questo caso in modo analogo ai colleghi lombardi). Oltre ad aver denunciato fin dai primi giorni la carenza di dispositivi di protezione individuale e l’impossibilità di richiedere tamponi per i pazienti sospetti, nelle scorse settimane è stato dimostrato che il sistema di ricezione delle mail delle Asl cancellava automaticamente quelle non lette dopo un certo lasso di tempo. Questo significa che nelle prime settimane dell’epidemia sono andate perdute centinaia di segnalazioni di sospetti casi di Covid-19 da parte dei medici di base. Dal 10 aprile scorso la Regione ha lanciato un sistema unico per queste segnalazioni che ha sostituito o affiancato il precedente ma, a detta di molti medici, si registrerebbero ancora molte difficoltà.
(Foto di copertina: da pagina Facebook Città di Torino)