La rivolta di Topolino contro la politica: «Non usate il nostro fumetto per banalizzare»

Topolino alza la voce. E non ci sta più a essere utilizzato come modello negativo nei dibattiti politici. Sempre più spesso, infatti, si prende ad esempio la testata a fumetti per tacciare i vari rappresentanti delle istituzioni di superficialità: «Ma includi tutti i fumetti di Topolino?» – chiedeva Carlo Calenda a Maurizio Gasparri, parlando dei libri letti da Matteo Salvini. «Se la gente avesse letto più libri oltre a Topolino, capirebbe molte cose» – faceva eco il filosofo Massimo Cacciari davanti alla telecamera di Cartabianca.

Topolino, la polemica degli autori contro il linguaggio della politica

Ora, gli autori di Topolino si sono ribellati a questa visione semplicistica dell’albo a fumetti. Che ha rappresentato senza ombra di dubbio una pietra miliare della cultura italiana, a volte mettendo in evidenza limiti e debolezze dell’attuale società. Il primo a farlo presente è stato Francesco Artibani, uno degli storici autori di Topolino. In un lungo post su Facebook ha spiegato la sua contrarietà a questo modo di vedere le cose e a queste dichiarazioni dei politici italiani: «È un problema di linguaggio politico, diventato sempre più aggressivo e offensivo – ha scritto -. È un problema di riconoscimento culturale: nel 2019 in Italia i fumetti devono ancora faticare per farsi prendere sul serio – a meno che non siano candidati a un premio letterario o non abbiano un buon ufficio stampa alle spalle. Giornalisti, insegnanti, organizzatori di festival: create occasioni di incontro e di confronto, ricordate che cos’è Topolino oggi che il giornale sta per compiere 70 anni. È il momento di farci sentire».

Il commento del direttore del magazine Topolino

Cerca di gettare acqua sul fuoco Alex Bertani, il direttore del magazine: «Dispiace un po’ che persone competenti e preparate parlino con tanta leggerezza di uno strumento come Topolino, un giornale che è stato capace, nei suoi ormai 70 anni di vita editoriale, di iniziare alla lettura generazioni di lettori – ha detto il direttore -, stimolandone la crescita personale e contribuendo spesso alla formazione di un loro forte senso critico. Però non credo che ci sia stato alcun intento denigratorio, soltanto un po’ di leggerezza».

Topolino, insomma, chiede rispetto per il lavoro di chi ha portato avanti, nel corso degli anni, questo progetto. E lo fa a buon diritto. Le metafore politiche possono fare a meno di banalizzarlo.

FOTO: ANSA / MATTEO BAZZI

Share this article
TAGS