Toninelli azzera le Ferrovie dello Stato
25/07/2018 di Redazione
Danilo Toninelli ha deciso di entrare a gamba tesa, con una manovra che difficilmente può essere paragonata a precedenti simili, sul consiglio di amministrazione di Ferrovie dello Stato, nominato da Paolo Gentiloni al termine del 2017 e, quindi, ancora pienamente in carica. «Ho appena firmato la decadenza dell’intero cda di Fs per chiudere con il passato. Siamo il governo del cambiamento – ha scritto Toninelli su Facebook – e pensiamo che non esista attività industriale, soprattutto se prodotta al servizio dei cittadini, che non abbia un risvolto etico. Ora la barra si sposta sui treni regionali e sui pendolari in termini di sicurezza e di qualità dei loro spostamenti. E in tutto questo la ‘cura del ferro’ ha un ruolo fondamentale».
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Toninelli azzera Fs, le ragioni
Le ragioni di questa manovra potrebbero essere ricercate nell’operazione di fusione tra Ferrovie dello Stato e Anas, prevista nelle prossime settimane. Tutto questo, però, ora potrebbe essere messo in discussione dalla decisione del ministro delle Infrastrutture, che non ha mai fatto mistero di voler rivedere completamente la gestione del gruppo. Ora, la prossima assemblea dei soci delle Ferrovie dello Stato potrebbe andare deserta.
Toninelli azzera Fs, le reazioni
La manovra messa in atto da Danilo Tondelli non ha mancato di sollevare critiche a tutti i livelli. In modo particolare, una dura reazione è arrivata dall’esponente del Partito Democratico Raffaella Paita che parlato apertamente di blitz di Stato autoritario: «Stiamo assistendo all’applicazione alla lettera della meritocrazia in salsa grillina, quella che funziona al contrario. Toninelli, il ministro muto che non viene in commissione, che non dà le deleghe ai sottosegretari, che blocca la modernizzazione del Paese, rende noto, con un post su Facebook, che procederà alla decapitazione dei vertici di una delle società più strategiche del Paese. Roba da golpe. D’altronde, con il M5s funziona così, se ci sono manager capaci li tolgono perché per loro è più importante la fedeltà al movimento che la lealtà al Paese. Ma si rendono conto delle responsabilità e dei rischi che si prendono?».
FOTO: ANSA / ETTORE FERRARI