Tolo Tolo con Checco Zalone migrante: «Salvini? La gente saprà come guardare il film»

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Checco Zalone ha presentato a Roma il suo nuovo attesissimo Tolo Tolo e l'incontro è diventato irrimediabilmente un confronto politico con al centro Matteo Salvini e la situazione dei migranti

Checco Zalone è tornato e in attesa di conquistare il box-office durante l’incontro stampa di presentazione di Tolo Tolo lancia frecciate alla politica. Il suo nuovo film, il primo dietro la macchina da presa, è stato scritto a  quattro mani insieme a Paolo Virzì e la sua mano si vede proprio per il modo in cui viene trattato lo scottante tema dei migranti. Checco Zalone realizza il suo film più impegnato e politico, schierandosi apertamente in favore di chi fugge dalle guerre cercando una vita migliore e mischiandosi a loro in un viaggio da migrante per tornare nell’Italia da cui in un primo momento il suo personaggio era scappato.



Zalone e il tema dei migranti in Tolo Tolo, chiude le polemiche su Salvini

Pietro Valsecchi gongola e annuncia un’uscita record per Tolo Tolo, con cui punta a superare il record di sempre stabilito da Quo Vado? e a confermare Checco Zalone come l’unica vera garanzia di riportare gli italiani in massa nelle sale:

“Ho voluto fortemente il passaggio di Checco Zalone alla regia e abbiamo girato il film in 20 settimane. Questo è un grande film, uscirà in 1250 schermi a Capodanno e contiamo di portare a casa un grande risultato. Tolo Tolo va oltre Salvini, parla di persone che cercano accoglienza e che mostrano come la diversità sia un valore aggiunto”.



Luca Medici, in arte Checco Zalone, spiga quanto sia stata dura passare dietro la macchina da presa anche se per lui non è stato poi così traumatico dato che si era preso molte libertà anche nei precedenti capitoli della sua filmografia diretti da Gennaro Nunziante:

“C’erano dei  giorni sul set in cui mi sono sentito trovato, per il resto ero spaesato (risate ndr). A parte gli scherzi è difficilissimo girare e avere la responsabilità di tutta la macchina. Nunziante? Restiamo amici, anche lui ha fatto dei film da solo quindi nella vita a volte si cambia. Posso dire che anche con lui avevo molta libertà quindi non ero proprio a digiuno di regia. In alcuni passaggi ho improvvisato molto, come nella scena della guerriglia perché non sarei mai riuscito a farla seria”.



Checco Zalone sulla sceneggiatura, scritta insieme a Paolo Virzì,  e sulle difficoltà delle riprese partite in Kenya e conclusesi a  Trieste:

“Virzì mi ha chiamato ed aveva questo soggetto, a quel punto abbiamo iniziato a frequentarci e mi sono reso conto che glielo stavo rubando mano mano che andavamo avanti insieme. Ho costruito il personaggio su di me, poi mentre lo giravo mi sono accorto della immensa difficoltà del mio lavoro da regista. Ad un certo punto stavo per bestemmiare, avrei voluto lasciare la regia perché non ce la facevo più ad affrontare le difficoltà. Ha piovuto nel deserto dopo 20 anni, una sfortuna incredibile”.

Checco Zalone scherza: «Il mio politico un mostro mix di Di Maio, Conte e Salvini»

Checco Zalone – Tolo Tolo

L’artista pugliese risponde un po’ scocciato sulle polemiche seguite dopo la pubblicazione del trailer con la canzone “Immigrato che ha anticipato l’uscita di Tolo Tolo e che lo ha visto accusato di razzismo:

“Sì me lo aspettavo di destare qualche polemica,  ma non fino a questo punto. Non mi aspettavo di essere sulle prime pagine e diventare dibattito dei talk show. Devo dire che la polemica mi ha stancato dopo tre giorni, ormai non la seguo più. Ora con i social abbiamo un megafono. Spesso le critiche vengono da un piccolo numero di persone, poi i giornalisti fanno comunicazione e prendono questo numero facendolo crescere. Cinicamente però è stato un bel vantaggio pubblicitario”.

La politica è presente in Tolo Tolo, oltre che nella sceneggiatura anche nel personaggio di Luigi Gramegna che è una sorta di mostro che unisce i nostri maggiori rappresentanti politici secondo Checco Zalone:

“Il personaggio di Luigi Gramegna rappresenta i nostri politici, anche se mi imbarazza spiegare tutto. Diciamo che lui ha la rapidità di carriera di Di Maio, poi gli ho fatto un look come il presidente Conte e usa il linguggio di Salvini. Diciamo che ho creato una sorta di mostro dei nostri tempi. La verità è che comunque tutto è politica, poi non mi metto certo a fare un film per andare contro a Salvini”.

Incalzato sul leader leghista che dopo aver ascoltato la canzone Immigrato ha difeso Checco Zalone dalle accuse di razzismo proponendolo come senatore a vita il comico risponde col sorriso:

“Io senatore? Sono solo chiacchiere, ma nel caso aspetto la chiamata. La verità è che Salvini rappresenta  l’espressione della gente, forse è per quello che tanti si sono sentiti chiamati in causa. Sinceramente io non mi pongo questo problema, alla fine chi guarderà il film capirà da solo da che parte guardare citando De Gregori”.

Divertenti sono state delle battute relative a Benito Mussolini, citato spesso in Tolo Tolo insieme al fascismo paragonato ad una malattia alquanto fastidiosa per il gentil sesso:

“Inserire Mussolini in quel modo nel film è la prima cosa che mi è venuta in mente. Credo che quella scena sia la perfetta metafora che l’intolleranza si manifesta nei momenti di difficoltà, come ad esempio quando fa molto caldo e uno è stressato. Come diciamo nel film il fascismo è come la Candida, ma se ci pensate se ve lo vado a spiegare si svillisce la battuta stessa” 

Un finale onirico, che spiega come i bambini portati in Africa dalla cicogna non abbiano nulla di meno di quelli lasciati in Italia e che forse nasconde nel sottotesto il messaggio più poetico del film secondo Checco Zalone:

“La diversità è una risorsa, forse se la cicogna si sposta avverrà l’innesto di questi nuovi italiani anche se non ho messo di certo cotanta poesia nel mio film. È un pensiero che posso condividere. La scena in cui i migranti giocano in acqua mentre avviene il naufragio rappresenta la speranza, infatti è onirica. L’ho spiegata agli attori e l’hanno capito. Il messaggio è quello di una speranza per il futuro, spero che Mattarella e il Papa vedano questo film”.

Quando gli si chiede il suo punto di  riferimento prima come attore e ora come regista Checco Zalone non ha dubbi e cita un vero mostro della commedia italiana:

“Io guardò con estremo rispetto a Dino Risi e Alberto Sordi, con le dovute proporzioni. Tento di procedere sul solco di Alberto e quella gente lì di valore nettamente superiore a me. Lui è una fonte d’ispirazione per me. Diciamo che alla fine sento soprattutto la responsabilità di fare soldi, perché  è per quello che un produttore realizza un film”.

Checco Zalone – Tolo Tolo cast

Tolo Tolo di e con Checco Zalone prodotto da TaoDue e distribuito da Medusa arriverà nelle sale italiane il 1 gennaio, ma alcuni cinema sono pronti alla proiezione di mezzanotte per riproporre l’iniziativa “Capodanno con Checco” già sperimentata con “Quo Vado?”