La triste disputa dei medici italiani su chi ha avviato la sperimentazione con il Tocilizumab | VIDEO

18/03/2020 di Enzo Boldi

Non è stato un bello spettacolo quello andato in scena martedì sera a Carta Bianca, su Rai 3. In un momento in cui la scienza e la medicina dovrebbero viaggiare unite e abbracciate senza distinzioni in base alla geografia, Milano e Napoli hanno discusso su chi, per primo, ha avviato la sperimentazione con il Tocilizumab, il farmaco destinato alla cura dell’artrite reumatoide che sembra avere effetti benefici nei confronti di alcuni sintomi provocati dall’affezione da Covid-19.

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In collegamento con Bianca Berlinguer c’erano Massimo Galli – direttore e responsabile del repato Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano – e Paolo Ascierto, oncologo e ricercatore presso l’ospedale Pascale di Napoli. E proprio dal medico meneghino è partita la corsa all’attribuzione della paternità dell’idea di utilizzare il Tocilizumab per curare uno degli aspetti legati al Covid-19.

Il professore Galli ha dichiarato: ««on facciamoci sempre riconoscere. La sperimentazione del Tocilizumab era già in atto da tempo in Cina. Il primo ad usarlo in Italia è stato il dottor Rizzi nell’ospedale di Bergamo. Prendetevi pure i meriti ma non fate quelli che tolgono a Cesare quel che è di Cesare e ai cinesi quel che è dei cinesi. Hanno cominciato loro e li abbiamo seguiti noi. Il protocollo approvato dall’Aifa è vostro, peccato però che lo stesso protocollo era già applicato da tempo in almeno dodici ospedali. Non esageriamo a fare provincialismo perché è intollerabile».

Le discussioni campanilistiche sul Tocilizumab

Il professore Ascierto, il cui nome è riportato in calce (come firma) al protocollo approvato dall’Aifa, non ha risposto durante la trasmissione, limitandosi alla pubblicazione di un post al termine di Carta Bianca, attraverso il profilo Facebook ufficiale dell’Istituto Nazionale dei Tumore Pascale di Napoli, per il quale lavora.

La disputa Nord vs Sud che non serve a nessuno

A cosa serve stabilire chi è stato il primo? La scienza e la medicina non devono trasformarsi, specialmente in una fase di così grave e seria emergenza sanitaria, in una corsa verso il traguardo per cercare la gloria personale. Date a Cesare quel che è di Cesare? Vero, ma non in questo momento. Adesso, seppure virtualmente, tutti i medici e ricercatori dovrebbero abbracciarsi a correre uniti verso una soluzione. Senza trionfalismi.

(foto di copertina: da diretta Carta Bianca, Rai 3)

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