Il governo russo ha chiesto i dati, le foto e le conversazioni degli utenti di Tinder

Anche Tinder entra a far parte delle aziende che devono obbligatoriamente presentare i dati al Cremlino. Un elenco iniziato del 2014 e che ad oggi include 175 società.

Il governo russo ha chiesto i dati, le foto e le conversazioni degli utenti di Tinder

L’app di incontri “Tinder” dovrà decidere se sottostare alla legge federale o fare come Telegram ed essere bandita. Secondo quanto riportato dal watchdog russo Roskomsvoboda, Tinder ora figura tra le società di servizi online incluse nell’elenco delle «organizers of information dissemination (ORI)», che sono obbligate a permettere su richieste delle autorità russe l’accesso a «corrispondenza, audio, video ed altri materiali degli utenti» iscritti. Queste informazioni vengono utilizzate da diversi organismi tra cui anche l’agenzia della sicurezza interna FSB.

Il crescente controllo su internet  da parte del Cremlino

Nel 2018 fece scalpore la decisione di Telegram di non sottostare a questa legge e non fornire accesso ai dati degli utenti: da allora l’applicazione di messaggistica è stata bandita dal Cremlino. Interpellati da Business Insider, i vertici di Tinder non hanno rilasciato commenti in merito alle loro intenzioni di sottostare o meno alla legge federale 149-0З, il cui scopo è sopratutto quello di monitorare ed eliminare materiale estremista online. Il controllo su internet da parte del Cremlino è stato incrementato negli ultimi anni da leggi sempre più stringenti, l’ultima delle quali datata primo maggio che dava al governo l’incarico di sviluppare un nuovo dominio internet isolato e accessibile solo all’interno del paese, per proteggerlo da attacchi informatici ed essere indipendente dal world wide web. La stessa legge sanciva che il governo «eserciterà un controllo centralizzato sulla rete di comunicazione di uso generale», e ha sollevato diverse polemiche e critiche sopratutto dai gruppi che difendono i diritti di libertà su internet, che temono che la Russia stia percorrendo le tracce della Cina sulla sorveglianza delle attività dei cittadini online.

(foto di copertina: TNS via ZUMA Wire)

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