Tim si prepara a presentare la sua proposta (con Cdp, Sogei e Leonardo) per il cloud della PA

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La cordata avrebbe comunque un 55% di partecipazione pubblica

Tutto come previsto, sebbene con il solito ritardo per quanto riguarda i tempi (un ritardo che, ormai, è stato accumulato e che si farà fatica in qualche modo a recuperare). La proposta di Tim sul Cloud PA è arrivata sul tavolo del consiglio di Telecom Italia, che ha dato mandato all’amministratore delegato Luigi Gubitosi di portare avanti le trattative con i partner della cordata che dovrebbe presentare la propria proposta al MITD – Ministero dell’Innovazione e della Transizione Digitale. Mentre TIM rappresenterebbe il baluardo del settore privato del progetto, la maggioranza delle quote sarà comunque in mano pubblica, con la partecipazione di Cassa Depositi e Prestiti, Sogei e Leonardo come partner strategici di TIM. Le quote potrebbero essere al 45% della telco e rappresentate al 55% dalla somma delle quote degli altri enti (si parla di un 20% di Cdp, del 25% di Leonardo e del 10% di Sogei, fonte Repubblica).



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Tim sul cloud PA, la proposta strutturata dalla telco

La proposta di Tim e degli altri enti pubblici sembra essere quella che, sin dai rumors di qualche settimana fa, è destinata ad arrivare in porto, sul tavolo del ministero. Non si tratterà di una vera e propria risposta a un bando – come aveva del resto già spiegato il ministro Vittorio Colao – ma di una proposta di partenariato che il ministero renderà nota a giorni per quanto riguarda la costituzione del cloud della pubblica amministrazione. Una proposta che, se accettata, sarà poi successivamente pubblicata in modo tale – ha garantito il ministro – che anche altri soggetti eventualmente interessati a partecipare potranno apportare delle migliorie e contributi allo schema iniziale, ciascuno in base alle proprie capacità.



Una proposta tutta italiana? No, perché sarebbe prevista – in futuro – una collaborazione con alcuni dei big tech che hanno fatto del cloud first una sorta di mantra specifico. Oracle, Microsoft e Google potrebbero essere gli OTT che offriranno know-how tecnologico per mettere in piedi l’infrastruttura. Con tutte le perplessità del caso, sia sulla gestione dei dati personali, sia sulla visione collegata ad aziende italiane (insieme al mondo dell’università e della ricerca) che avrebbero tutte le carte in regola per mettere in piedi delle infrastrutture altrettanto funzionali.

Gli altri attori in corsa per il cloud della Pubblica Amministrazione

Tuttavia, la proposta di Tim è sempre stata la convitata di pietra in tutte le occasioni istituzionali in cui si è parlato del cloud della Pubblica Amministrazione. Sebbene il ministro Vittorio Colao non si sia mai sbilanciato sugli attori di questa vicenda, da diverso tempo l’ipotesi della telco in partnenariato con alcune aziende a partecipazione statale sembra essere quella più accreditata per la realizzazione del Cloud della Pubblica Amministrazione. Nonostante – lo si ribadisce – non sia l’unica proposta: il Consorzio Italia Cloud, composto solo da aziende italiane che è al lavoro anche per allargare la cordata ad altre realtà pubbliche e semipubbliche, si è già fatto avanti, mostrando il suo interesse nella realizzazione del Cloud della Pubblica Amministrazione.



La notizia, tuttavia, è che Tim si sta presentando con un mandato forte dei suoi soci e che sembra aver già convinto Cdp. La proposta sarà esaminata anche dagli altri partner (Leonardo e Sogei) nei prossimi giorni, prima del passaggio decisivo: la pubblicazione del “bando” e la presentazione della proposta al MITD.