Perché, nonostante la policy, YouTube ha permesso a TheBorderline di monetizzare?

Molti dei contenuti pubblicati dal gruppo di youtuber sono delle challenge estreme e sfide. Esattamente quello che la piattaforma vieta

15/06/2023 di Enzo Boldi

Da anni si parla della pericolosità di alcune challenge estreme diffuse e condivise sui social. Fenomeni che vanno contro le linee guida di molte piattaforme, ma che continuano lo stesso a proliferare aumentando esponenzialmente il rischio di emulazione. Il caso del tragico incidente di Casal Palocco, quartiere a Sud-Ovest a pochi chilometri da Ostia. Uno scontro fatale tra due automobili: un suv Lamborghini guidato dagli youtuber TheBorderline che stavano realizzando contenuti per produrre una video-challenge e una Smart ForFour su cui viaggiavano tre persone. Tra cui un bambino di 5 anni che non è sopravvissuto all’impatto.

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Quel che è successo nel pomeriggio di ieri a Casal Palocco ci spinge a una riflessione sulle policies delle varie piattaforme social. E un dato sembra essere piuttosto emblematico: TheBordeline non pubblica i video delle challenge su TikTok. Il social amato dalla GenZ, infatti, è stato spesso al centro delle critiche per via del mancato controllo su alcune video-sfide diventate virali e che hanno portato a emulazione (in alcuni casi finite in tragedie), ma da tempo sembra aver intensificato il controllo su questi contenuti. Invece, lo stesso gruppo di youtuber ha proseguito nella condivisione su YouTube, la piattaforma che li ha resi famosi. Nonostante molti dei loro contenuti violassero le policies.

TheBorderline e i video su YouTube, nonostante le policies

Andando a leggere tra le linee guida della Community aggiornate nel 2019, si legge esplicitamente che YouTube non permette agli utenti di pubblicare sulla sua piattaforma challenge pericolose:

«YouTube non consente contenuti che incoraggiano attività pericolose o illegali che rischiano di causare gravi danni fisici o la morte». 

E gli stessi protagonisti di TheBordeline indicano le video-challenge nei filmati condivisi. E un video che “racconta” di 50 ore passate – ininterrotte – alla guida di un’automobile, un Suv di grande cilindrata, non sembra essere l’esempio lampante di un contenuto in grado di non portare all’emulazione o di mettere a repentaglio la propria vita e quella altrui. Anche perché, basta fare un giro sul loro canale YouTube per capire come all’interno della piattaforma siano state pubblicate challenge (anche estreme) o potenzialmente pericolose.

Il report di Mozzilla

Dunque, appare evidente come YouTube non sia così profondamente attento rispetto ad alcuni contenuti che vengono pubblicati sulla sua piattaforma. E la conferma arriva da un report realizzato da Mozzilla: lo “YouTube regrets“. Si tratta di un rapporto – realizzato attraverso i dati emersi dall’utilizzo di un’estensione sul browser, RegretsReporter – che va da analizzare i contenuti “suggeriti” agli utenti dalla piattaforma social. Da questo studio emerge un qualcosa di molto preoccupante:

«I nostri dati mostrano che l’algoritmo di YouTube ha consigliato diversi video che sono stati successivamente rimossi dalla piattaforma per aver violato le Norme della community di YouTube».

Dunque, quegli stessi video che violavano le regole delle policies sono poi stati rimossi. Prima, però, venivano suggeriti agli utenti attraverso l’algoritmo che regola i contenuti “consigliati”. E la rimozione dalla piattaforma avveniva dopo aver accumulato milioni e milioni di visualizzazioni.

«Quello che sappiamo è che al momento della segnalazione avevano collezionato 160 milioni di visualizzazioni collettive, una media di 760mila visualizzazioni per video, accumulate su una media di 5 mesi in cui i video erano stati pubblicati al momento della segnalazione». 

Una falla clamorosa, dunque. Perché, come accade nel caso dei TheBorderline, quei video portano a una monetizzazione per i creator.

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