Genovese stava con Sarah, ma non ha mai lasciato Jessica. La testimonianza di quest’ultima poco attendibile
L'intervista rivelatrice della vita privata dell'imprenditore
08/12/2020 di Gabriele Parpiglia
«I patti sono chiari: niente nome, niente foto, altrimenti non rilascio alcuna intervista». Ennesimo nome di fantasia, la chiameremo Laura, e via con una nuova testimonianza, una audio – intervista, legata al caso Alberto Genovese. Rispetto alle altre ragazza, però, per “Laura” (così la chiameremo noi di Giornalettismo), scegliamo di pubblicare la sua intervista perché i suoi dettagli sono importanti e andrebbero a smentire Genovese e le sue dichiarazioni rilasciate da detenuto e anche una testimone apparsa in tv in questi giorni. Iniziamo.
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Testimone Genovese, l’intervista
«Quando ho conosciuto Alberto era single, poi si è fidanzato con Jessica, una ragazza che io conoscevo solo di vista. La cosa mi aveva un po’ infastidita perché la ragazza in questione, oltre ad essere più piccola di me che ai tempi avevo 19 anni, lei poteva averne diciottenne anche meno».
Continui.
«Alberto, capivi subito che persona che era: puntava a stare con ragazze più giovani, faceva uso di droghe e approfittava della quantità di soldi in suo possesso per attirare ragazze e quindi non gli ho mai dato troppa importanza».
Però lo frequentava…
«L’ho conosciuto nel 2017, ai tempi vivevo e lavoravo a Milano, come modella. Ogni tanto uscivo a ballare con i promoter e mi è stato presentato durante una serata, forse al Byblos o all’Armani e sono stata a casa sua perché i ragazzi mi hanno invitata. Ricordo che la “Terrazza Sentimento” era in costruzione e lui ne parlava dicendo che avrebbe fatto delle feste. A me ha detto che sarei putata andare ogni qualvolta avessi voluto».
E quante volte è andata?
«Se non ricordo male, penso di essere stata a casa sua due volte, in due post-serata, sempre in pochi, massimo 7/8 persone. Era un posto dove si andava per rilassarsi: un attimo prima di tornare a casa. In casa sua non ho mai bevuto niente perché non mi sono mai fidata di bere da bicchieri nelle case altrui. Io poi non assumo alcun tipo di droga, ma ho visto lui e gli altri ospiti fare uso di sostanze. Questo è anche il motivo per cui non sono più entrata in casa sua. La seconda volta che sono andata ho visto fare uso di cocaina e mi ha dato molto fastidio. Mi è stata offerta, ho rifiutato. Nessuno ha insistito perché io la prendessi, ma la cosa mi ha infastidito».
Chi l’ha portata alla festa? Che tipo di ragazze c’erano?
«Conoscevo Jessica solo di vista. Mi hanno portato due Pierre J. R. e R. A. Sono stati loro a presentarmi Alberto».
Come ha reagito quando ha saputo del caso Genovese?
«Mai avrei immaginato che potesse arrivare a tanto. Ho amiche che lo hanno frequentato anche recentemente, sono state in vacanza con lui e non hanno avuto nessun problema. Lo descrivevano come un pazzo che si droga, ma era anche tanto gentile e tranquillo. La cosa mi ha sconvolta».
Conosceva Sarah la sua fidanzata dopo Jessica?
«Non conosco Sarah e penso di non averla mai vista, anche perché io ho vissuto a Milano solo un anno. Ma so per certo che con Jessica è rimasto in contatto anche dopo che si sono mollati. So che lei continuava a vederlo e lui continuava a darle soldi. Forse lei aveva ancora una carta di credito intestata a lui con cui poteva spendere un tot, non ricordo se fosse a settimana o al giorno. Forse 5000 euro a settimana o qualcosa del genere. Sarah era a conoscenza che i due si vedevano ancora e facevano anche delle cose a tre insieme. Ma sono tutte voci, non ho certezze di nulla. Io lui non lo vedo dal 2017. Dalle interviste fatte a Jessica l’hanno fatta passare per una ragazza normalissima, ma non era quello il caso (sorride, ndr) e anche la situazione attuale (ride, ndr): penso sia vera quella che ancora continuavano a sentirsi».
Queste affermazioni, riportate fedelmente, trovano conferma anche nelle nostre indagini. La sera del 26 giugno, durante un party, Genovese dinanzi alla “sua” Sarah, pare avesse baciato Jessica. Sarah, osservando il tutto, ha commentato con persone che hanno confermato la scena, dicendo: «Lui è così».
Che altri ricordi ha?
«In casa sua, la seconda volta che sono andata, è stato messo un piatto di cocaina sul tavolo e a turno i ragazzi tiravano. La cosa mi ha fatto schifo e paura. Sapevo che nel giro delle modelle ci fosse la droga, ma trovarmene davanti un piatto pieno così mi ha lasciato sconvolta. Era una grande dose e l’ho visto tirare davanti a me: anche i ragazzi hanno tirato, io ho detto di no e J.R. mi ha detto di non farlo e ha aggiunto “Io che la uso, ti dico di non provarla mai”. Altre droghe? Non mi sembra, forse c’era della marijuana. Non c’erano personaggi famosi, me lo ricorderei».
Genovese non ci ha mai provato con lei che è una bella ragazza?
«Qualche battutina, ma non ci ha mai provato in maniera spudorata o insistente, me lo ricorderei».
Che cos’era il lusso per Genovese?
«Il lusso? Veniva a ballare, pagava tavolo e bottiglie, ma non ho mai visto nulla di eccessivo. Non so se ai tempi avesse avuto gli stessi soldi che ha ora. So per certo che quest’anno la situazione era molto diversa: le ragazze che conosco e che sono andate in vacanza con lui hanno visto le ville a Ibiza e a Formentera ed erano lusso esagerato. Quando l’ho conosciuto io aveva un appartamento in pieno centro con una terrazza più piccola, niente di eccessivo, era una persona che stava bene. Quest’estate le mie amiche mi hanno proposto di andare in vacanza con loro e lui, ma ho preferito non andare: non mi fido di questo tipo di persone. Non ho mia visto Daniele Leali, non so chi sia, probabilmente lo ha conosciuto dopo».
C’erano bodyguard e liste segrete quando lo frequentava?
«Non aveva bodyguard o buttafuori privati quando l’ho conosciuto io. Due mie amiche, ripeto, sono state in vacanza da lui quest’estate. Sì, ci ha provato, ma in maniera insistente mai».
Sa che stanno indagando per uno stupro avvenuto a Ibiza proprio quest’estate?
«Ho letto. Ma non so chi sia la ragazza in questione. Non sono le mie amiche: loro mi dicevano di grandi pranzi, cene, e che gli altri facevano uso di sostanze, loro no. Qualcuno si infilava in camera, ma nessuno era obbligato a fare nulla e a Casa Lola, la villa a Ibiza, era presente anche Sarah…».