Lo Spallanzani dice che i test salivari funzionano come i tamponi

Un bagliore di speranza in questo momento piuttosto oscuro

23/10/2020 di Gianmichele Laino

Quando tutto sembra essere caratterizzato da notizie negative, ecco il risultato che arriva da uno studio condotto dall’Istituto Lazzaro Spallanzani di Roma e che riguarda i test salivari, ovvero il metodo alternativo (e meno invasivo) per effettuare il tracciamento dei contagi da coronavirus. Fino a questo momento, infatti, l’epidemia in Italia è stata contenuta soltanto attraverso i tamponi naso-faringei, mentre agli altri test era stata data una patente di affidabilità inferiore.

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Test salivari affidabili, la svolta dall’ospedale Spallanzani

L’articolo curato dal team di ricerca dello Spallanzani è stato pubblicato sulla rivista Viruses. Il risultato più significativo è che quanto si ottiene con il tampone e quanto si ottiene con il test salivare è praticamente sovrapponibile. Sono state effettuate infatti delle comparazioni tra i test e tra le operazioni di analisi dei risultati e quando un tampone risultava positivo, allo stesso modo il test salivare forniva lo stesso riscontro.

Una notizia che permetterà non soltanto di rendere il test meno invasivo per il paziente, ma che potrebbe consentire una velocità di analisi dei risultati maggiore rispetto a quella del tampone stesso. Al momento, mediamente, per avere un risultato di un tampone ci vogliono dalle 36 alle 48 ore, con tutti i problemi che questa attesa può comportare a persone che restano in isolamento o che, magari, violano l’isolamento stesso nel frangente trascorso tra il tampone e il risultato.

Perché i test salivari affidabili sono più rapidi

Inoltre, visto che il problema al momento non è tanto nel numero di tamponi effettuati ma in quello dei tamponi processati in un giorno, con il test salivare il quantitativo di analisi può essere alzato di molto, dando una importante spinta a quella circostanza prevista dal cosiddetto piano Crisanti sui tamponi: il microbiologo di Padova, infatti, aveva chiesto al governo – ormai nel mese di agosto – di effettuare dai 200mila ai 300mila tamponi al giorno. Una soglia che, al momento, è molto distante dalla realtà (negli ultimi giorni i tamponi processati sono stati 170mila circa).

Al momento, parlare di prezzi e costi per i tamponi salivari può essere ancora prematuro: le perplessità che hanno frenato la ricerca su questo tipo di analisi riguardano le differenze della saliva da persona a persona, un elemento che – fino a questo momento – era stato considerato troppo impattante per prevedere degli standard uniformi nel campionamento. Lo studio dello Spallanzani può essere una vera e propria svolta da questo punto di vista. La Regione Lazio si è già offerta per fare da apripista, chissà se – dopo questo punto di rottura – si potrà preparare un tracciamento di questo tipo per far fronte alle difficoltà che i laboratori stanno avendo in questi giorni con l’avanzare della pandemia.

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