Le terribili statistiche sui minori in povertà assoluta in Italia
19/06/2019 di Daniele Tempera
L’allarme viene dall’ultimo rapporto Istat. L’indice di povertà in Italia rimane stabile, ma non accenna assolutamente a diminuire. Gli italiani in povertà assoluta sono 5 milioni, una cifra che non si discosta molto dall’anno precedente, ma che ci parla di un Paese che, dagli anni della crisi, è mutato radicalmente e che non riesce a riprendere il cammino della crescita, né ad attuare un’efficace redistribuzione della ricchezza. E per accorgersene basta guardare l’andamento storico della povertà dal 2006 a oggi.
Dal 3.6% delle famiglie in povertà assoluta del 2005, si assiste a una vera e propria esplosione durante gli anni della crisi, un fenomeno che nessun Governo e nessuna congiuntura economica è riuscita ad assorbire. L’incidenza della povertà interessa oggi il 7% delle famiglie italiane. Una stima che colpisce prevalentemente i minori: sono 1.260.000 le persone con meno di 18 anni in stato di povertà assoluta. Un incidenza del 12.6% a livello nazionale di fronte a una media generale dell’8.4%.
La povertà è sempre più un problema generazionale
Del resto la povertà è molto più diffusa nelle famiglie con molti figli a carico, specialmente se minori. Secondo l’Istat il 6.3% delle famiglie italiane con un figlio a carico è povera. Una percentuale che si allarga pesantemente all’aumentare della prole e in presenza di minori. Se il 9.2% delle famiglie con 2 figli è povera, la percentuale si allarga al 15.4% delle famiglie con tre e più figli. E se questi sono minori si raggiunge addirittura un tasso di povertà pari al 20.9%. Cifre drammatiche difficilmente risolvibili con misure propagandistiche e convegni senza adeguati piani di Welfare. Sì, perché dati alla mano, la povertà interessa sempre più i giovani e si profila, nel nostro Paese, sempre più come un problema generazionale.
L’incidenza di individui poveri è stata infatti del 12.7% per individui al di sotto dei 17 anni nel 2018. Una media che si abbassa a, un pur preoccupante 4.7% se consideriamo le persone con più di 65 anni di età.
Giovane, con basso livello di istruzione, meridionale o straniero: l’identikit dei poveri italiani
E il dato endemico che balza sempre all’occhio è l’enorme differenza che si continua a registrare tra Nord e Sud dello Stivale. Nel mezzogiorno il 10% delle famiglie versa in una condizione di povertà assoluta, contro il 5.8% del Nord e il 5.3% del Centro Italia. Percentuali molto simili se si considerano anche i singoli individui.
Il Sud e le Isole fanno registrare il doppio dei cittadini in condizioni di povertà rispetto al Centro e al Nord. E l’incidenza della povertà assoluta è particolarmente grave fra gli stranieri residenti in Italia, per cui si registra un picco del 30.3% di incidenza della povertà assoluta. Le famiglie straniere con minori fanno registrare un tasso di incidenza della povertà del 31.0%, ben quattro volte superiore a quelle dei soli italiani.
E il miglior anticorpo, in un paese segnato drammaticamente dall’alto tasso di abbandono scolastico e da un numero insufficiente di laureati, sembra ancora l’istruzione. La povertà è infatti molto diffusa fra le persone senza titolo di studio o con un titolo di studio molto basso (11.1%), per poi scendere a una media del 3.8% tra le persone in possesso di titoli come diplomi e lauree. Smentendo il detto di un ministro dell’Economia di qualche anno fa insomma: con la cultura si mangia. Con il resto assai meno.