Il sopralluogo nei terreni dei Di Maio, il sindaco: «Manufatti abusivi»

29/11/2018 di Redazione

È iniziato intorno alle 10 il sopralluogo nei terreni della famiglia di Luigi Di Maio a Mariglianella, piccolo centro della provincia di Napoli poco distante da Pomigliano d’Arco. I vigili urbani e il comune si sono attivati da qualche giorno per vederci chiaro dopo un’inchiesta del quotidiano Il Giornale che ha segnalato un presunto abuso edilizio all’interno di una particella di proprietà di Antonio Di Maio, padre del ministro e leader M5S, e della sorella Giovanna Di Maio, dunque zia del vicepremier. Poi nel pomeriggio, dopo una breve pausa, i tecnici del Comune hanno ripreso a lavorare.

Il sindaco di Mariglianella: «Nei terreni dei Di Maio manufatti abusivi»

A SkyTg24 il sindaco di Mariglianella, Felice Di Maiolo, ha chiarito che «dopo una denuncia giornalistica, è stato fatto un sopralluogo iniziato lunedì mattina, quando non è stato possibile entrare perché non erano presenti i proprietari. Sono stati convocati e stamattina è stato fatto il sopralluogo e sono stati accertati dei manufatti abusivi. Inoltre è stato rilevato l’abbandono di rifiuti su tre piazzole e anche su questo è stato fatto un sequestro. Tutto sarà notiziato alla Procura della Repubblica nelle prossime ore». Su cinque manufatti ben quattro sarebbero abusivi. Si tratta di quattro piccoli manufatti, realizzati senza permesso, piccole opere di pertinenza di una vecchia masseria come un box con la copertura in lamiera.

Il sequestro dei rifiuti e i sigilli delle aree

Le operazioni per il sopralluogo sono state state blindate: c’erano diverse vetture dei vigili urbani e ai giornalisti è stato impedito di avvicinarsi. Al sopralluogo non si è presentato Antonio Di Maio, che era stato convocato per accompagnare la Polizia Municipale e i tecnici del Comune nei terreni. Al suo posto, e al posto della sorella Giovanna Di Maio, è intervenuto un delegato della famiglia con un accompagnatore, incaricati di gestire il sopralluogo e di fornire indicazioni alle autorità competenti.

Al termine della prima parte del sopralluogo il comandante della Polizia Municipale Andrea Mandanici ha dichiarato di aver proceduto al sequestro di rifiuti edili e di aver messo i sigilli nelle tre aree che li ospitavano. A dare informazioni sull’ispezione questa mattina è stato proprio il comandante: «Abbiamo sequestrato dei rifiuti edili e abbiamo messo i sigilli alle aree dove erano stipati», ha detto ai cronisti. Il terreno su cui è avvenuto il sopralluogo è di proprietà della famiglia del leader del Movimento 5 Stelle, il civico 69 di via Umberto I, che risulta essere l’indirizzo della vecchia Ardima Costruzioni, diventata in seguito Ardima Srl, attualmente al 50% di proprietà di Luigi Di Maio.

Il sopralluogo di vigili e tecnici del Comune

Al sopralluogo in mattinata hanno partecipato l’ingegnere responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Mariglianella e un geometra addetto all’urbanistica. Li hanno accompagnati, per verificare la parte giudiziaria, tre vigili della Polizia Municipale (che a Mariglianella consta di quattro unità, la quarta persona è stata impegnata a sorvegliare l’ingresso per impedire l’accesso ai giornalisti).

 

 

Davanti al terreno nel comune di Mariglianella erano presenti diversi giornalisti e la ressa delle telecamere ha infastidito alcuni residenti, che hanno chiesto ai vigili urbani di sbarrare il passaggio che porta al terreno e, di conseguenza, agli immobili e ai capannoni che qui sono sorti. Il terreno sembra essere in stato di parziale abbandono, mentre alcuni edifici in muratura, sorti probabilmente tra il 2000 e il 2010, sono ancora intatti.

Il sindaco di Mariglianella Di Maiolo, eletto con il centrodestra, è intenzionato ad andare fino in fondo a questa vicenda. Dopo le rivelazioni della stampa, il Comune ha convocato la famiglia Di Maio per avere chiarimenti. Oggi, i due delegati dai parenti del vicepremier si sono presentati nel terreno di famiglia. Con gli abusi emersi potrebbe scattare un sequestro. In questo caso la Polizia municipale ha 48 ore di tempo per trasmettere gli atti in Procura. Nel momento in cui dovesse scattare il sequestro, verrà nominato un tutore che si occuperebbe di gestire la situazione.

(Foto di copertina di Donato De Sena per Giornalettismo)

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