Secondo Lamorgese, Telegram è la piattaforma preferita per i reati d’odio

Facebook è invece il social più usato per le frasi ingiuriose

23/09/2021 di Redazione

«Telegram è la piattaforma preferita per la diffusione di materiale multimediale e di informazioni riservate peché consente agli utenti di restare anonimi. La tutela della privacy degli utenti – garantita da Telegram – costituisce una serie difficoltà investigartiva per il conseguimento dei reati d’odio». Lo ha detto la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, in audizione in commissione Segre in Senato, sul fenomeno dei discorsi d’odio.

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«La tutela della privacy degli utenti, elemento peculiare della policy aziendale di Telegram, costituisce una seria difficoltà investigativa per il perseguimento dei reati d’odio. Telegram e altre piattaforme per politica aziendale garantiscono l’anonimato e complicano l’identificazioni degli autori dei messaggi d’odio – ha aggiunto – In particolare Telegram risulta quella preferita per la diffusione di materiale multimediale e soprattutto di comunicazioni riservate, in quanto attraverso lo sviluppo di sistemi complessi di crittografia dei dati garantisce un elevato livello di sicurezza dei contenuti condivisi dagli utenti che possono rimanere anonimi e creare canali con un numero di utilizzatori praticamente illimitato. Il social network maggiormente utilizzato per frasi ingiuriose è invece Facebook».

«Negli ultimi anni il fenomeno dell’incitamento all’odio per discriminazione è divenuto sempre più invadente e corrosivo. Preoccupa la portata globale raggiunta in pochi anni, favorita dalle tecnologie della comunicazione e dall’anonimato che la rete offre. L’estrema pericolosità del discorso d’odio sta nel fatto che scatena pulsioni antisociali potenzialmente capaci di alimentare forme emulative incontrollate», ha detto ancora Lamorgese. «Desta preoccupazione il fenomeno del cyber-bullismo anche per le conseguenze che registriamo. Su questo il sistema normativo è stato rafforzato», ha aggiunto la ministra. «La legge Mancino è del 1993 ed era innovativa e coraggiosa ma nulla toglie che oggi ci possano essere delle modifiche che tengano conto del modo in cui si è evoluta la realtà che oggi stiamo vivendo. All’epoca non c’erano i fenomeni di razzismo e discriminazione in rete».

[CREDIT PHOTO: ITALY PHOTO PRESS]

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