In che modo la tecnologia in mano agli indigeni può contrastare la deforestazione dell’Amazzonia

Contrastare la deforestazione dell'Amazzonia è semplice fornendo gli strumenti tecnologici necessari alle popolazioni indigene che la abitano

13/07/2021 di Ilaria Roncone

La tecnologia satellitare insieme agli smartphone  può aiutare le comunità indigene a fermare in maniera incisiva il processo di deforestazione Amazzonia. La conclusione è frutto di un esperimento pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences che dura da almeno un paio di anni e che ha prodotto grandi risultati in tal senso.

Lo studio del ricercatore indipendente e autore del documento Jacob Kopas è stato condotto in collaborazione con la Rainforest Foundation US, che ha parlato chiaro: se nel prossimo decennio non dovesse cambiare nulla «si prevede che le popolazioni indigene del bacino amazzonico perderanno 4,4 milioni di ettari di foresta pluviale, principalmente a causa di estranei che invadono i loro territori per abbattere alberi». Per provare a contrastare questo fenomeno l’esperimento in questione ha messo in mano ad alcune popolazioni indigene degli smartphone e l’idea ha funzionato.

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Satelliti che monitorano la deforestazione Amazzonia e notificano agli smartphone

L’utilizzo di strumenti che non apparterrebbero a queste popolazioni – che hanno accettato di buon grado di partecipare all’esperimento per salvare l’Amazzonia – si è rivelato proficuo. Il risultato è che, nel primo anno, questo sistema ha permesso di ridurre la deforestazione del 52% e il secondo anno del 21%. A beneficiare della riduzione sono state maggiormente le comunità dell’Amazzonia peruviana il cui habitat è abitualmente minacciato da estranei per l’estrazione illegale dell’oro, per la semina di colture illegali di piante da cocaina e per il disboscamento.

La chiave di volta sta nella tecnologia satellitare per monitorare il disboscamento nella quale, per gli ultimi 40 anni, molti governi ambientalisti hanno investito. Se finora Brasile, Perù e Colombia erano in grado di monitorare la deforestazione, in pochi casi queste informazioni giungevano alle comunità indigene il cui ambiente veniva colpito.

L’esperimento ha provato che fornire informazioni puntuali alle comunità indigene coinvolte fa davvero la differenza; tre membri di ciascuna delle comunità che hanno partecipato all’esperimento sono stati formati per utilizzare le app da smartphone e capire dove e quando vengono commessi atti illeciti. In questo modo, a seconda dell’attività illecita, le popolazioni indigene possono recarsi loro stesse sul posto e fermare l’attività illegale compita nelle loro terre o – se si tratta di situazioni pericolose – attenzionare le forze dell’ordine immediatamente.

I benefici dell’empowerment delle comunità dell’Amazzonia

Gli stessi indigeni si sono detti soddisfatti del risultato, sottolineando come – in questo e in altri casi – fornire determinati strumenti tecnologici senza pretendere di alterare il modo di vivere di questi gruppi sia la soluzione più efficace. L’autore del documento ha affermato che l’esperimento ha avuto «un impatto piuttosto considerevole» visti i dati ottenuti. «In media, le comunità sono riuscite a evitare 8,8 ettari di deforestazione entro il primo anno», con le comunità che hanno subito più danni in passato che sono riuscite a migliorare nettamente la propria situazione.

«Lo studio – ha affermato Jorge Perez Rubio, presidente dell’organizzazione indigena regionale di Loreto (ORPIO), dove l’esperimento è stato condotto – fornisce prove che supportare le nostre comunità con le ultime tecnologie e la formazione può aiutare a ridurre la deforestazione nei nostri territori». Il punto, come evidenziato da Rainforest Foundation US, è che «se questa metodologia di monitoraggio forestale basate sulla comunità fosse adottata e la governance locale rafforzata, la perdita di foreste in Amazzonia potrebbe essere ridotta fino al 20% in tutte le terre indigene».

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