Laura Castelli dice sì a una Tav ‘leggera’ e spacca il Movimento 5 Stelle
25/06/2019 di Enzo Boldi
Prima era la Tav, poi la mini Tav e ora la Nilo Tav. Anzi, il nuovo nome di un vecchio progetto (già bocciato) è quello di «Tav leggera». La proposta arriva direttamente da Laura Castelli, viceministro pentastellata all’Economia e alle Finanze e da sempre contraria (da torinese DOC) al progetto dell’alta velocità tra il capoluogo piemontese e Lione. Ora, però, dopo alcune resistenze e dopo la presentazione (nei mesi scorsi) delle analisi costi-benefici, anche lei sembra aver optato per un’apertura a un progetto rivisto. Spaccando la fronda intransigente del Movimento 5 Stelle.
In un’intervista a La Repubblica, Laura Castelli ha citato il progetto di Nilo Durbiano – ex sindaco di Venaus -che, sulla scia della mini Tav, aveva proposto l’idea di una Nilo Tav che, come spiegato da lui stesso al quotidiano, non era – in realtà – una soluzione tecnica, ma politica. La sua idea prevedeva la rimozione di uno dei due binari all’interno del tunnel del Frejus per rendere la circolazione a senso unico e mettere quel tratto in sicurezza. Dopodiché scavare in nuovo tunnel parallelo da Oulx a Modane, con il contestuale spostamento della stazione internazionale da Susa a Bardonecchia.
Laura Castelli apre alla Tav leggera
Un progetto, quello della Nilo Tav o Tav leggera, che non aveva trovato riscontri positivi all’interno dello stesso Movimento 5 Stelle, nonostante lo stesso Durbiano avesse paventato l’ipotesi di un risparmio basandosi su un fatto: scavare 15 chilometri di tunnel è meno costoso che scavarne 57. Ora questo progetto sembra essere tornato in auge, con l’ex sindaco di Venaus che ha spiegato di esser stato convocato a Roma per approfondire la sua idea. Chiara Appendino ha detto di avere fiducia in Conte, non nascondendo sorpresa per l’apertura di Laura Castelli.
Un’ipotesi già scartata in passato
L’ex commissario al progetto Tav, Laura Foietta, ha spiegato, però, come l’idea della Tav leggera sia stata già scartata in passato: «Finiva per costare quanto il progetto attuale, senza garantire gli stessi volumi di merci – ha detto a La Repubblica -. Si tratta di una mossa disperata che riporta indietro le lancette di 20 anni quando questa ipotesi era stata studiata dalla Provincia di Torino alla fine degli anni 90 per poi essere scartata perché giudicata costosa e insensata». Il Movimento 5 Stelle piemontese, attraverso alcuni rappresentanti (come Daniela Albano, consigliera 5S in Sala Rossa) ha detto che il tutto sarà discusso, facendo intendere che non saranno prese per buone decisioni calate dall’alto.
(foto di copertina: ANSA / CIRO FUSCO)