La manina misteriosa che ha introdotto la nuova tassa sulle auto
06/12/2018 di Redazione
Come troppo spesso accade in politica, mentre le proposte gradite all’opinione pubblica hanno molti padri, quelle che si rivelano sgradite e vengono duramente criticate diventano subito orfane. È il caso della nuova tassa sulle auto, ovvero la penalizzazione per l’acquisto di una vettura con alte emissioni di anidride carbonica che la maggioranza ha pensato di introdurre con la manovra finanziaria 2019. La misura è stata prevista da un emendamento alla Legge di Bilancio approvato alla Camera nella notte tra martedì e mercoledì, voluto dal Movimento 5 Stelle. Ma dopo l’annuncio, e le polemiche, nessuno sembra intenzionato a rivendicare la decisione, nemmeno Luigi Di Maio e Matteo Salvini, i due azionisti del governo. Si fa da parte il M5S, si fa da parte la Lega. E sia l’uno che l’altro parlano di modifiche. E torna alla mente il caso della manina misteriosa che secondo il leader del Movimento tirò in ballo per giustificare una presunta modifica del testo di un decreto dopo l’approvazione in Consiglio dei ministri.
Cosa prevede la nuova tassa sulle auto
C’è una manina misteriosa da evocare anche stavolta? Evidentemente no. Ma è singolare notare come una scelta di particolare rilevanza, con bonus e malus di alcune migliaia di euro possa ottenere un via libera sottotraccia. L’emendamento prevede un incentivo tra i 1.500 e i 6mila euro per chi acquista, tra il 2019 e il 2021, una vettura nuova con emissioni pari a 0 o comunque non superiore a 90 grammi per chilometro di anidride carbonica (è il caso ad esempio delle macchine ibride o elettriche), e una penalizzazione tra i 150 e i 3mila euro per chi compra un’utilitaria, o comunque un’auto con emissioni superiori ai 110 grammi per chilometro. Secondo l’associazione della filiera automobilistica italiana, Anfia, «il vantaggio sarà solo per chi comprerà costose auto elettriche» e per una Panda 1.2 si potrebbe pagare un malus compreso tra i 400 e i 1.000 euro.
Il passo indietro di M5S e Lega
Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega al Senato ha dichiarato: «A proposito del bonus malus sulle automobili introdotto nella manovra economica alla Camera, pur condividendo il fatto che vada incentivato l’acquisto di auto elettriche, siamo però contrari ad un aggravio di costi per chi acquista auto di normale dotazione. Pertanto cambieremo la norma al Senato».
Il leader M5S Di Maio intanto, da ministro dello Sviluppo Economico, ha annunciato la convocazione di un tavolo tecnico «per migliorare gli incentivi per l’auto elettrica, ibrida e a metano, con i costruttori, a partire da Fca, e con le associazioni dei consumatori». «Insieme – ha scritto il vicepremier su Facebook – troveremo la soluzione giusta per centrare due obiettivi: proteggere noi e i nostri figli dall’inquinamento, senza pesare sul portafogli». E ancora: «Non esiste nessuna nuova tassa per auto già in circolazione. Chi ha un Euro 3 o qualsiasi altra macchina non pagherà un centesimo in più».
In diretta Facebook poi Di Maio ha ribadito: «Non vogliamo assolutamente penalizzare le famiglie che oggi hanno difficoltà e a volte acquistano l’auto meno costosa col motore meno performante, come la ‘Pandarella’, come la chiama il ministro dell’Ambiente Costa, o la Punto. E tanto meno creare uno shock al mercato dell’Auto in Italia, ai costruttori e ai lavoratori: chi può lo può dire meglio di me che sono di Pomigliano d’Arco, la mia città è cresciuta intorno a quella che fu l’Alfasud». La norma è passata così alla Camera, «ma al Senato la possiamo migliorare ancora».
(Foto da archivio Ansa: Di Maio e Salvini alla Camera durante l’esame del disegno di legge Anticorruzione, il 21 Novembre 2018. Credit immagine: ANSA / GIUSEPPE LAMI)