Basta Netflix: a Taranto le barricate contro Michael Bay | VIDEO

Taranto vecchia diventa un set cinematografico. Non proprio un ste qualunque, ecco. Il regista Michael Bay ha scelto la città pugliese per girare uno dei kolossal più importanti della prossima stagione cinematografica, Six Underground con Ryan Reynolds. Ovviamente, il set è stato messo in sicurezza, con le naturali misure previste per queste circostanze. E l’iniziativa, invece di inorgoglire gli abitanti della città, è stata oggetto di vibranti proteste.

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Cosa è successo a Taranto durante le riprese di Six Underground

Barricate e cassonetti della spazzatura in strada per la protesta dei commercianti che hanno accusato la produzione di impedire l’accesso ai loro negozi e, quindi, di causare delle perdite considerevoli per i propri esercizi. Una sorta di Basta Netflix per davvero, si potrebbe dire utilizzando il claim di una recente trovata promozionale della piattaforma di film e serie tv in streaming.

Via Cariati, angolo con corso Garibaldi. È qui che si consuma una delle proteste più grottesche che la storia d’Italia ricordi. Mettendo i bidoni della spazzatura in mezzo alla strada, i commercianti volevano impedire ai mezzi della produzione di raggiungere il luogo delle riprese. Ovviamente, l’intervento delle forze dell’ordine ha permesso il regolare svolgimento della produzione.

Taranto, la versione del vicesindaco

Secondo le autorità tarantine, con il vicesindaco Valentina Tilgher, a protestare sono stati in tutto cinque o sei commercianti e che il calo delle vendite non corrisponde a verità: «Ci sono altri commercianti tarantini che dicono il contrario. Siamo immediatamente intervenuti sul posto, insieme con i carabinieri, la polizia di stato e la nostra polizia municipale. Poco dopo la situazione si è risolta: il blocco è fortunatamente durato poco meno di un’ora e gli artefici sono stati invitati a disperdersi». Il fatto di entrare in una produzione internazionale come Six Underground permetterà a Taranto e ad altre città italiane di ottenere una vera e propria vetrina per il proprio patrimonio, magari attirando in futuro un pubblico interessato a visitare i luoghi che si intravedono nel film.

Un rapporto tormentato quello di Taranto con il cinema. A farne le spese, in passato, è stata Lina Wertmueller: per girare il suo Mannaggia la miseria venne ricattata e le venne chiesto di pagare un pizzo di 50mila euro. Non se ne fece niente, ovviamente. Ma l’indignazione fu molta. Oggi, in piccolo, Taranto ha vissuto nuovamente l’incubo di quei giorni. Con esito, per fortuna, diametralmente opposto.

[FOTO da account Facebook di Renato Sansone]

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