Manovra, il governo taglierà nei prossimi tre anni 1,3 miliardi ai docenti di sostegno
28/12/2018 di Gianmichele Laino
Nelle pieghe della manovra 2019 continuano a scoprirsi elementi che fanno male e che ci riportano di anni indietro. Effetto di una discussione in Parlamento che, di fatto, non c’è stata, conseguenza diretta di una manovra che è stata letta interamente soltanto dai tecnici e dai politici che l’hanno proposta. Così, oggi si scopre che la legge di bilancio prevede un taglio, per i prossimi tre anni, di 4 miliardi all’istruzione del primo e del secondo ciclo.
Taglio docenti sostegno, cosa prevede la manovra 2019
Non solo: all’interno di questa cifra, bisogna comprendere una sforbiciata orizzontale di 1,3 miliardi per gli insegnanti di sostegno. A denunciare l’accaduto è stata la deputata del Partito Democratico Simona Malpezzi, che ha mostrato i conti previsti dalla legge di bilancio su Twitter.
Il #governo del popolo non solo taglia le spese per l’istruzione di 4 miliardi ma va a ledere i diritti dei bambini e dei ragazzi con disabilità, DSA o altri BES Nei prossimi 3 anni taglieranno 1,3 miliardi destinati agli #insegnanti di #sostegno. #Vergogna pic.twitter.com/cQTc2NXeZM
— simona malpezzi (@SimonaMalpezzi) 28 dicembre 2018
Il taglio all’offerta formativa
I ragazzi con disabilità, sia i DSA (alunni con disturbi specifici dell’apprendimento), sia i BES (alunni con bisogni educativi speciali), si vedranno privati di una serie di agevolazioni dovute al fatto di essere seguiti da insegnanti di sostegno specializzati, che possano aiutarli nel loro processo di apprendimento. Una esigenza che si è fatta sempre più forte nell’ultimo periodo e che, ancora una volta, viene completamente ignorata dalle istituzioni.
Senza contare, che i restanti tagli – che comprendono le voci dei docenti per gli insegnamenti tradizionali, ma anche per la realizzazione delle politiche territoriali in materia d’istruzione, o ancora per il funzionamento degli edifici scolastici del primo ciclo – abbassano complessivamente un’offerta formativa che già aveva subito pesanti restrizioni negli anni e che soltanto ultimamente era stata interessata da una inversione di tendenza. Difficile, a questo punto, pensare a nuove assunzioni di docenti, a nuovi concorsi oltre a quelli già messi al bando, almeno per i prossimi tre anni. La scuola, che si stava rinnovando, subisce una brusca frenata a causa della manovra del popolo.