Susanna Ceccardi dice che è antifascista, ma ciò aveva senso quando il regime era «bello potente»

Susanna Ceccardi è tornata sui suoi passi rispetto a quanto dichiarato nell’intervista pubblicata dal quotidiano La Repubblica. Nell’edizione di ieri, infatti, la testata aveva titolato con la dichiarazione della candidata leghista alla presidenza della regione Toscana sul fatto di non essere antifascista. Sempre nel corso di una diretta Facebook nella giornata di ieri, la Ceccardi è tornata sui suoi passi sostenendo che il titolo scelto da Repubblica fosse piuttosto forzato.

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Susanna Ceccardi e il suo chiarimento sull’essere antifascista

«Io fortunatamente ho registrato l’intervista – ha detto la Ceccardi -. Mi è stato detto che il mio avversario Eugenio Giani si dichiara antifascista. Io ho risposto: ‘Perché, io no?‘. Poi però mi sono lasciata andare a una constatazione: oggi che il fascismo non c’è più è troppo semplice professarsi antifascista, mentre era molto più difficile combattere sulle montagne accanto ai partigiani».

Susanna Ceccardi e il regime fascista “bello potente”

«Ma voi – ha detto la Ceccardi – ce lo vedete Eugenio Giani, Matteo Renzi o lo stesso Enrico Rossi a combattere con il fucile lungo la linea gotica? Io no. È troppo facile dirsi antifascisti oggi, bisognava farlo nel 1944 oppure durante l’epoca del delitto Matteotti o quando il regime fascista era bello potente».

Quest’ultima frase è stata riportata tal quale rispetto a quanto dichiarato dalla candidata leghista. E anche questa è stata registrata. Direttamente da lei, nella sua diretta su Facebook con cui ha – di fatto – chiesto a Repubblica di rettificare rispetto al titolo di ieri. Rettifica puntualmente arrivata nella giornata di oggi, quando – con lo stesso spazio riservato alla notizia iniziale – è stato riscritto il titolo Susanna Ceccardi: «Io, antifascista». 

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