Stupro di Firenze, 5 anni e 6 mesi al carabiniere che ha violentato una delle due turiste americane

Cinque anni e mezzo in galera: questa la pena stabilita dal tribunale per Pietro Costa, il carabiniere di 34 anni che, con un collega, si è reso colpevole dello stupro di Firenze ai danni di due turiste americane. I fatti risalgono al mese di settembre 2017, quando le due ragazze sono state accompagnate a casa da Costa e un collega con la macchina di servizio dopo una notte in un locale. Arrivati all’appartamento delle ragazze i due carabinieri hanno abusato di loro.

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Stupro di Firenze: i fatti

Lo stupro di Firenze compiuto da due carabinieri ai danni di due giovani turiste americane trova un epilogo nella sentenza emessa. I fatti per i quali Pietro Costa e – prima di lui – Marco Camuffo sono stati condannati risalgono alla notte tra il 6 e il 7 settembre 2017. I due carabinieri in servizio hanno accompagnato le giovani donne, uscite da un locale e in evidente stato di ebbrezza, a casa loro. Il tutto con l’auto di servizio. Portandole nel loro appartamento, secondo quanto emerso dal racconto delle giovani, i militari hanno abusato di loro nell’ascensore e nell’androne del palazzo.

La sentenza: per Costa 5 anni e 6 mesi, 4 anni e 8 mesi a Camuffo

Pietro Costa dovrà scontare una pena di 5 anni e 6 mesi in carcere. Marco Camuffo, già condannato nell’ottobre 2018 con rito abbreviato, sconta una pena si 4 anni e 8 mesi. Il pm Ornella Galeotti aveva domandato per Costa la medesima pena nella requisitoria, richiesta che non è stata accontentata. Gli avvocati della difesa avevano scelto di presentare un’istanza considerando il «pronunciamento della Cassazione, atteso per l’8 aprile, sulla richiesta di ricusazione del giudice Marco Bouchard, presidente del collegio davanti a cui è in corso il processo». La domanda di sostituzione del giudice fatta dalla difesa di Costa si basava sul ruolo di presidente che il giudice Bouchard ha avuto in passato nella Rete Dafne Italia. Si tratta di una onlus che assiste le vittime di reati e che ha rapporti con il Comune di Firenze, parte civile nel processo. La richiesta è stata rigettata dal tribunale, che ha poi emesso la condanna.

(Foto copertina da Pixabay)

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