Il tool per monitorare i siti bloccati in Russia

La censura di siti e piattaforme in Russia (e non solo) può essere monitorata tramite un utile tool creato da una realtà italiana

27/03/2022 di Ilaria Roncone

Nel periodo in cui di censura delle piattaforme nel mondo si parla più del solito stanno nascendo una serie di strumento non solo per aggirare i blocchi – vi avevamo parlato di 1920.in – ma anche per comprendere meglio la situazione e avere una panoramica di quello che accade nel mondo. Un esempio è lo strumento gratuito creato da Digitale.co, piattaforma per i liberi professionisti e le piccole imprese che fornisce assistenza nell’ambito della trasformazione digitale. Il tool permette la verifica in tempo reale dei siti bloccati in Russia – sia quelli italiani che quelli esteri – costituendo uno strumento di monitoraggio che permette di avere la situazione più chiara. Per avere un’idea più chiara rispetto all’utilizzo della funziona abbiamo intervistato Angelo Sorbello, co-fondatore di Digitale.co.

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Come funziona il monitoraggio siti di Digitale.co?

Il tool per il controllo della censura internet permette di vedere, in tempo reale, quali sono i siti bloccati non solo in Russia ma anche in altri paesi noti per applicare questo tipo di limitazioni. Come funziona? Andando sull’area del sito dedicata, è sufficiente inserire l’url della pagina che si desidera controlla e cliccare su “Inizia Test”. Digitale.co utilizza i serve localizzati a Mosca e San Pietroburgo – volendo rimanere nell’ambito delle censure della Russia dopo l’inizio del conflitto con l’Ucraina – provando a connettersi al sito web da quei server. Se la pagina non è accessibile dai server, lo strumento mostrerà il risultato: “Bloccato”.

Abbiamo chiesto a Sorbello una spiegazione più tecnica rispetto al funzionamento del tool: «Gestiamo dei server in ognuno di questi paesi – talvolta in più città come nel caso di San Pietroburgo e Mosca per la Russia – e questi server fungono da proxy per le richieste inviate dallo strumento di verifica. Se il sito web richiesto restituisce un codice HTTP 200, lo contiamo come ‘non bloccato’. Se invece la richiesta da quel paese dovesse andare in time out, lo strumento valuterà il sito come ‘bloccato’».

Un esempio pratico

siti bloccati russia

In redazione abbiamo provato a inserire TikTok tra i siti da verificare. Il risultato lo potete vedere nell’immagine qui sopra e – come ci ha spiegato il co-fondatore – si tratta di una situazione particolare considerato che la piattaforma sembrerebbe essere bloccata sia in Germania e negli Stati Uniti: «Alcuni siti web bloccano tutto il traffico che proviene da data center o da script automatici. Questo è probabilmente il motivo per cui tiktok.com appare come ‘bloccato’ da tutte le località. Per identificare questi casi, controlliamo anche ogni sito web da Hong Kong, Germania e Stati Uniti. Se un sito web è bloccato in tutte le località (anche quelle con internet libero da censura), il sito web sta probabilmente bloccando le nostre richieste.»

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