Striscione dei sindacati censurato, poi difeso da Luigi Di Maio
08/06/2019 di Gaia Mellone

La lotta del governo agli striscioni colpisce anche i sindacati. Durante la campagna elettorale per le europee in diverse città erano state fatti rimuovere striscioni contro Matteo Salvini. Oggi, durante la manifestazione a Roma per il pubblico impiego, ad essere bandito è uno striscione dei sindacati che prende in giro entrambi i vicepremier.
Anche gli striscioni dei sindacati vengono censurati
Inizialmente lo striscione con il fumetto di Luigi Di Maio e Matteo Salvini doveva essere appeso al Pincio. «Ce lo hanno bloccato perché troppo grande» ha ricostruito il segretario generale della UIL Michelangelo Librandi. Di per sé, la motivazione sembrava legittima, tanto che Librandi racconta di aver ripiegato su una soluzione diversa: stenderlo per terra. A quel punto, è arrivata la seconda, e forse reale, motivazione: «È intervenuta la Digos, dicendo che lo striscione non poteva essere aperto perché era contro i due vicepresidenti del Consiglio». Lo striscione quindi è stato arrotolato e messo da parte in uno degli stand Uil, con la Digos ferma a controllare che nessuno lo tocchi. Il tutto avviene sotto lo stupore generale dei presenti. La vignetta infatti non è nemmeno particolarmente irriverente o irrisoria. Nel disegno si Luigi Di Maio dire a Matteo Salvini «Matte’, dicono che mettese contro il sindacato porta male», e il leader della Lega, intento a farsi un selfie con addosso la maglia blu della UIL – Flp, risponde «Sì Giggino, lo so, infatti me sto a porta avanti col lavoro».
Luigi Di Maio: «Mai chiesto la rimozione, anzi lo striscione lo espongo io»
Il fatto ha destato diverso scalpore anche sui social network, dove la vignetta è stata ripubblicata con l’hashtag #facciamorete. Tanta l’attenzione social che Luigi Di Maio l’ha postata lui stesso. «Per chiarire e zero polemiche: non ho chiesto (e mai mi sarei sognato di farlo) la rimozione dello striscione che, ironicamente e pacificamente, critica il governo» scrive il vicepremier a 5 stelle postando l’immagine « La libertà di pensiero vale sempre. A dimostrazione di ciò che dico, quello striscione lo espongo io. W la libertà!»
(Credits immagine di copertina: Twitter Daniele Cinà)
“Lo striscione non può essere aperto perché è contro i due vicepresidenti del Consiglio”.
Questa la motivazione che la Digos ha dato al segretario generale della UIL Michelangelo Librandi che ha denunciato la rimozione dello striscione.
Prove tecniche di regime.#facciamorete pic.twitter.com/NdktB9UKO9
— Daniele Cinà (@danielecina) June 8, 2019