Salvini ha pubblicato la foto di uno striscione ritoccato

Prima di iniziare la lettura di questo articolo, bisogna spezzare una lancia nei confronti di Matteo Salvini e di chi gli gestisce gli account social. Il copy del tweet e del post di Facebook – all’interno del quale è contenuta una fotografia evidentemente ritoccata – non parla mai esplicitamente di uno striscione reale. Più che altro esprime un concetto generale: «C’è balcone e balcone (con tanto di emoticons sorridente, quindi ironica). E a me, se non incitano alla violenza, piacciono tutti, belli e brutti. Tristi quelli che si prendono troppo sul serio».

Striscione Salvini, il post e il tweet sui social network

Anzi, la frase ‘tristi quelli che si prendono troppo sul serio’ lascia presagire l’intento ironico del messaggio divulgato sui social network. Tuttavia, nel marasma della rete – e dal momento che il post ha avuto migliaia di interazioni, soprattutto su Facebook – qualcuno avrebbe potuto prendere quello striscione per reale. Per questo è bene specificare che la frase è stata ritoccata (neanche tanto bene) con un fotoontaggio.

Nello striscione postato da Matteo Salvini, infatti, si legge: «Salvini sali, che mio marito non c’è». Con tanto di cuore rosso sull’angolo in basso a destra dello striscione. Tuttavia, come fanno notare alcuni utenti del web, l’immagine è la stessa di uno striscione che conteneva la frase «Salvini sali, che ho voglia di legittima difesa». Anche il cuoricino c’è, sempre in basso a destra, ma è nero.

Striscione Salvini non è mai stato esposto: è un fotomontaggio

striscione Salvini

Mentre la prima parte è rimasta uguale, la seconda frase è stata corretta con un programma di postproduzione fotografica. Facile capire l’intento: da un invito che poteva suonare come una sorta di minaccia, si è passati a una frase ironica. Proprio come ha specificato il social media manager di Matteo Salvini nel copy del post e del tweet. Tuttavia, per tutti quelli che se lo stanno chiedendo, è opportuno ricordare che lo striscione «Salvini sali, che mio marito non c’è» non è mai stato esposto realmente, ma è solo frutto di una rielaborazione posticcia, adattata agli scopi comunicativi del ministro dell’Interno.

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