Secondo Parisi si deve cantare l’inno americano perché sono loro ad aver liberato gli ebrei dai campi di concentramento

11/12/2019 di Enzo Boldi

Quando serve una rettifica, dopo qualche ora (e dopo che le polemiche sono montate), vuol dire che si è detto certamente una cosa inesatta. Ieri sera a Milano 600 sindaci hanno organizzato una marcia pacifica contro l’antisemitismo e in favore di Liliana Segre. Durante l’evento, ecco che su Twitter compare un tweet controverso sul profilo social ufficiale di Stefano Parisi, candidato del Centrodestra alle elezioni Regionali del Lazio nel 2018. Secondo il manager e politico, si sarebbe dovuto cantare l’inno americano – in luogo di Bella Ciao – perché gli ebrei sono stati liberati dai campi di concentramento nazisti dalle truppe statunitensi.

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Si tratta di una verità parziale che, però, ha avuto bisogno di una rettifica da parte di Stefano Parisi qualche ora dopo le polemiche. E a provocare irritazione è stata l’assoluta certezza espressa in quel tweet, prima della retromarcia che ha ripristinato una parvenza di realismo nella ricostruzione storica di quanto accaduto in Germania poco prima della fine della Seconda Guerra Mondiale.

Stefano Parisi e quel «nulla contro Bella Ciao», ma…

«Nulla contro Bella Ciao ma forse bisognava intonare l’inno USA. Sono gli americani che hanno liberato gli ebrei dai campi di concentramento». Parole scritte alle 8.26 di martedì sera, mentre a Milano si intonavano le parole di Bella Ciao, il canto dei partigiani. Certezze, secondo Parisi: sono stati gli americani ad aver liberato gli ebrei dai campi di concentramento. E alla valanga di commenti pubblicati sotto al suo tweet, arriva la rettifica poco dopo la mezzanotte.

La storia della liberazione degli ebrei

La gaffe, ormai, era servita. Stefano Parisi, infatti, è forse rimasto affascinato dai romanzi cinematografici sulla liberazione dei campi di concentramento nazisti che hanno, spesso e volentieri (vedi il caso de ‘La Vita è bella’ di Roberto Benigni) mostrato gli americani come gli eroi dei due mondi. La realtà storica, però, ha visto i sovietici come i grandi precursori dell’offensiva. Sono state proprio le truppe dell’Est a entrare per primi nei campi di Maidanek (uno dei più grandi campi della Polonia), prima di arrivare ad Auschwitz, Stutthof, Ravensbruk e Sachsenhausen. Poi arrivò anche il contributo a stelle e strisce: da Buchenwald a Dora-Mittelbau, passando per Flossenburg, Dachau e Mauthausen. Insomma, non ha senso dire che Bella Ciao debba essere cantato solo insieme all’inno Usa.

 

(foto di copertina: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI + Tweet di Stefano Parisi)

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