Caso Cucchi, chiesti 18 anni di carcere per i carabinieri autori del pestaggio

03/10/2019 di Enzo Boldi

Diciotto anni di carcere per Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro, otto per Roberto Mandolini e tre anni e sei mesi per Francesco Tedesco. Sono queste le richieste avanzate dal pubblico ministero del processo sulla morte di Stefano Cucchi. I primi due sono i Carabinieri coinvolti in prima persona nel pestaggio del geometra romano che sono stati accusati di omicidio preterintenzionale.

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«È impossibile dire che non ci sia un nesso di causalità tra il pestaggio e la morte di Stefano Cucchi – ha detto il pm Giovanni Musarò nella sua requisitoria nel processo davanti alla Corte d’Assise sul caso del geometra morto a Roma dopo i colpi ricevuti in caserma -. L’unica spiegazione medico-legale su causa morte che ha una dignità è quella del riflesso vagale bradicardizzante. I periti parlano di multifattorialità a produrre la morte di Cucchi. E tutti i fattori hanno un unico denominatore: sono connessi al pestaggio, sono connessi al trauma subito da Stefano Cucchi».

Stefano Cucchi, chiesti 18 anni per i due carabinieri autori del pestaggio

Otto, invece, gli anni chiesti per maresciallo Roberto Mandolini (all’epoca comandante interinale della Stazione Appia) per l’accusa di falso; per lo stesso reato sono stati richiesti tre anni e sei mesi di reclusione per Francesco Tedesco, divenuto superteste nel processo bis sul caso Stefano Cucchi.

La reazione della sorella Ilaria

«Questo processo ci riavvicina allo Stato. Riavvicina i cittadini e lo Stato. Io non avrei mai creduto di trovarmi in un’aula di giustizia e respirare un’aria così diversa – ha detto Ilaria Cucchi dopo le richieste fatte dal pm -. Sembra qualcosa di cosi’ tanto scontato eppure non è così. Se ci fossero magistrati come il dottor Musarò non ci sarebbe bisogno di così detti o della sorella della vittima che sacrifica dieci anni della sua vita per portare avanti sulle sue spalle quella che e’ diventata la battaglia della vita».

(foto di copertina: ANSA / MASSIMO PERCOSSI)

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