Stadio della Roma, la Procura indaga su 250mila euro alla Lega e 150mila al Pd
21/09/2018 di Redazione
Soldi ai partiti in cambio di favori? Sono in totale 400mila euro i contributi alla politica su cui la Procura di Roma sta indagando nell’ambito della vicenda del nuovo stadio della Roma. Si tratta di denaro che il costruttore Luca Parnasi ha dato anche alla onlus ‘Più Voci’, vicina alla Lega (precisamente 250mila euro nel 2015), oltre che alla ‘Fondazione Eyu’ (150mila euro nei mesi scorsi), legata al Partito Democratico.
Stadio Roma, indagine su contributi a Lega e Pd attraverso un’associazione e una fondazione
Nel filone risulta indagato per finanziamento illecito il deputato e tesoriere del Pd Francesco Bonifazi. Al vaglio degli inquirenti la posizione del tesoriere della Lega Giulio Centemero. L’attività di indagine dei pm di piazzale Clodio negli ultimi giorni ha subito un’accelerazione in vista della chiusura delle indagini che potrebbe arrivare in autunno. Parte delle carte su questo filone delle indagini è stata nelle scorse settimane inviata dai pm romani ai colleghi della Procura di Genova che indagano sui fondi della Lega.
Il tesoriere Dem indagato, Bonifazi, si difende: «Nessun illecito, tutto in regola»
Un intervento dei diretti interessati sulla vicenda non si è fatto attendere. Stamattina (dopo la notizia del coinvolgimento del tesoriere Pd) Bonifazi su Twitter ha scritto: «Non c’è nessun finanziamento illecito al Pd, non c’è nessuna fattura falsa della Fondazione Eyu. Abbiamo tutti i documenti in regola. E siamo pronti a dimostrarlo in qualsiasi sede. #Parnasi».
Non c’è nessun finanziamento illecito al PD, non c’è nessuna fattura falsa della Fondazione EUY. Abbiamo tutti i documenti in regola. E siamo pronti a dimostrarlo in qualsiasi sede. #Parnasi
— Francesco Bonifazi (@FrancescoBonif1) 21 settembre 2018
Il Pd: «La fattura esiste, regolarmente contabilizzata»
Ma in queste ore si difende anche il Pd, facendo quadrato intorno a Bonifazi. In una nota il partito sostiene che «la fattura in questione esiste ed è relativa ad uno studio consegnato al committente in data 2/5/2018, regolarmente contabilizzata con relativo contratto». «Su tale fattura – dice il Partito Democratico – è stata versata regolarmente l’Iva e corrisposte tutte le imposte dirette. Le risorse raccolte dalla Fondazione attraverso lo svolgimento delle sue attività non sono mai state trasferite al Partito, come si può facilmente verificare sia nei bilanci del Pd, sia in quelli della Fondazione (depositati presso gli uffici di Montecitorio e consultabili on line), sia ancora nel rendiconto elettorale depositato presso la Corte dei Conti, sia infine nei conti correnti del Pd e della Fondazione. Come tutte le altre entrate, anche quelle relative alla fattura in oggetto sono servite alla vita e al funzionamento della Fondazione».
Il M5S attacca: «Renzi farà come Craxi?»
Il Movimento 5 Stelle intanto, dal suo blog, attacca gli avversari. In un post si legge: «Ecco la vergognosa notizia che stamani molti organi d’informazione hanno oscurato: il tesoriere ‘renziano’ del Pd, Francesco Bonifazi, è indagato per finanziamento illecito. Sì avete capito bene: finanziamento illecito!».
E ancora, i pentastellati continuano: «Ricordate la storia dei 150 milioni di euro che il costruttore Parnasi aveva dato alla fondazione Eyu (fondazione legata al Pd)? Bene… quei soldi sarebbero stati destinati proprio al Pd. Siamo stati i primi a denunciare l’opacità di questa operazione che oggi, finalmente, pare inizi ad emergere in maniera più chiara, netta e dettagliata! Siamo dinanzi a un sistema marcio e macabro, un mix di affari oscuri tra politica, favori e imprenditori, che contraddistingue da anni il modus operandi delle vecchie forze politiche. In tutto questo che fine ha fatto Matteo Renzi? Difficile credere che l’ex segretario del Pd non fosse a conoscenza di questa misteriosa e presunta illecita operazione, visto che Bonifazi è il suo braccio destro. Renzi adesso farà finta di non sapere nulla di questa inchiesta. Farà come fece Craxi nella prima fase dell’era che sarebbe diventata poi ‘tangentopoli’ o avrà il coraggio di raccontare, se la conosce, la verità?».
(Foto di copertina da archivio Ansa: il costruttore Luca Parnasi. Credit immagine: ANSA / ETTORE FERRARI)