La curva si sta stabilizzando ma lo fa su «livelli elevati» di contagio
La stabilizzazione della curva di contagi è una buona notizia ma Rezza fa notare che sta avvenendo comunque su
04/11/2020 di Ilaria Roncone
Giovanni Rezza ha commentato i dati coronavirus oggi: la curva dei contagi, dopo tre settimane di ascesa, negli ultimi giorni si sta stabilizzando. Va però tenuto presente, come ha sottolineato il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, che lo sta facendo su «un livello di casi alto». Le regioni più a rischio – quelle che con altissima probabilità verranno confermate come zone rosse – sono Lombardia, Piemonte e Campania. Rezza non ha comunicato la lista, quindi si rimane in attesa per le prossime ore. La stabilizzazione della curva di contagio, comunque, indica che le prime misure adottate stanno cominciando a fare effetto.
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Le difficoltà nello stabilire le zone rosse
Rezza ha spiegato che in queste ore il lavoro è intenso è complicato poiché ci sono «problematiche metodologiche» per stilare la classificazione delle regioni: «Se abbiamo una regione che non riporta con completezza i dati, o se semplicemente non riporta la data di comparsa dei sintomi, potrebbe sottostimare l’incidenza, in questo caso l’Rt tende a sballare. Purtroppo non si può ricorrere ad un automatismo semplicissimo, bisogna vedere anche la resilienza, quanto è la capacità di resistenza del sistema». Rezza ha parlato di «riemergenza dopo la relativa pausa estiva e dopo gli effetti del lockdown».
Attenzione alla stabilizzazione curva
Rezza ha fatto sapere che «nelle ultime settimane abbiamo avuto un trend in aumento, a occhio e croce vediamo una certa stabilizzazione a livelli elevati, anche perché il numero di positivi sul numero di tamponi supera il 10%». Questa percentuale viene considerata «ancora piuttosto elevata» e quindi un «segnale non del tutto positivo». Sulle terapie intensive Rezza segnala che «non c’è ancora criticità». Le regioni che oggi fanno segnare l’aumento maggiore di nuovi casi sono Lombardia (7.800), Piemonte (3.500), Campania (oltre 4 mila), Veneto (oltre 2.400), Lazio (2.400 su 26 mila tamponi, numero elevato se si considera una regione con 5 o 6 milioni di abitanti).