Come lo scandalo dello spyware Pegasus sta facendo traballare il governo in Polonia

Le accuse da parte dell'opposizione e le prove che vedrebbero coinvolto l'esecutivo nell'uso esteso del software per raccogliere dati personali

28/12/2021 di Enzo Boldi

Dopo lo scandalo in Ungheria, con le annesse accuse rivolte a Viktor Orbán, dall’Est Europa arrivano nuove denunce che parlano dell’utilizzo esteso da parte del governo polacco dello spyware Pegasus, già noto per alcuni preoccupanti precedenti. Il software che si insinua nei dispositivi connessi degli utenti per monitorare i loro dati di navigazione, ma che viene utilizzato anche per accedere al microfono di uno smartphone e intercettare anche le conversazioni (telefoniche e “ambientali”) finisce nuovamente nel mirino delle denunce da parte dell’opposizione polacca che nel corso degli ultimi mesi ha accumulato una serie di prove. E ora chiede che sia formata una commissione d’inchiesta specifica.

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Solo lo scorso novembre, il telefono di una procuratrice della Repubblica polacca, Ewa Wrzosek, era stata infettato dallo spyware Pegasus. Ad avvisarla delle violazione era stata la stessa Apple – produttrice dello smartphone della donna – con un messaggio di “alert”. Ma questa sembra essere solamente la punta dell’iceberg. E secondo quanto riportato da Associated Press, lei non sarebbe l’unica. Anzi, prima di lei sono stati colpiti – con le stesse modalità – un avvocato (Roman Giertych) – che lavora a stretto contatto con il principale partito di opposizione al governo guidato da Mateusz Jakub Morawiecki in Polonia.

Lo spyware Pegasus fra traballare il governo in Polonia

Casi su casi, tutti generati da quel “peccato originale” che risale al lontano 2019 quando – a due mesi dalle elezioni – il leader dell’opposizione polacca, Krzysztof Brejza, è stato colpito per ben 33 volte dallo spyware Pegasus che si era infiltrato nei suoi dispositivi. E ora lo stesso senatore chiede l’istituzione di una commissione d’inchiesta per verificare le responsabilità attive del governo dietro a questa vicenda fatta da dati e comunicazioni intercettate e trapelate. E non è una novità, visto che in tutto il mondo si sono susseguiti episodi che ricalcano sempre lo stesso canovaccio.

E tutto è partito da NSO Group, una “azienda” israeliana che ha realizzato questo software che viene usato spesso e volentieri per spiare le persone. Perché il suo funzionamento è molto semplice, ma difficile da intercettare: i dispositivi su cui viene “installato” il software diventano delle vere e proprie microspie in grado non solo di monitorare le attività online, ma anche di verificare la geolocalizzazione. Inoltre funziona anche come microfono in grado di intercettare tutte le conversazioni (non solo le telefonate). Per questi motivi lo scandalo polacco potrebbe avere delle conseguenze anche sulla tenuta dell’esecutivo. Anche se dai palazzi del potere smentiscono un loro coinvolgimento in queste vicende.

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