Reddito di cittadinanza e quota 100: «Pressioni per gli spot nelle pause di Sanremo 2019»

07/02/2019 di Redazione

Cos’hanno in comune reddito di cittadinanza, quota 100 e il Festival di Sanremo? Se lo stanno chiedendo in tanti. Eppure, negli spot pubblicitari che fanno da intervallo a uno degli eventi televisivi più seguiti dell’anno, puntualmente compaiono le comunicazioni istituzionali delle due misure bandiera del governo formato da Lega e Movimento 5 Stelle. A quanto pare, infatti, ci sarebbero state delle pressioni dall’esecutivo per inserire queste comunicazione in quegli slot pubblicitari. Che, dal momento che sono inseriti all’interno di una trasmissione dal 50% di share, sono costosissimi.

Spot reddito cittadinanza durante Sanremo

La denuncia arriva da alcuni parlamentari del Partito Democratico che siedono in commissione di vigilanza Rai. Michele Anzaldi scrive su Facebook e Twitter: «La Rai fa la verifica con l’Ufficio Legale per la satira dei comici a Sanremo, perché allora la stessa solerzia non viene messa per verificare con i legali dell’azienda la messa in onda degli spot propagandistici del Governo su Quota 100 e Reddito di cittadinanza, che stanno diffondendo nelle case degli italiani notizie palesemente false?».

Michele Anzaldi: «Quanto è costata alla Rai questa operazione?»

Poi, il deputato dem si chiede se «dietro il paravento autorevole della comunicazione istituzionale», la Rai è consapevole di dare spazio a spot che, a suo modo di vedere, «spargono fake news e fanno disinformazione». Inoltre, bisognerebbe valutare i costi di questa operazione: il governo potrebbe aver avuto gratuitamente questo spazio, ma Michele Anzaldi sottolinea: «Il danno economico è evidente: anche ammesso che abbiano sostituito una pubblicità gratuita con questa del governo, si poteva liberare lo slot per altri acquirenti. E per di più veicolano un messaggio falso: nella comunicazione sulle pensioni si dice che si potrà accedere con 62 anni di anzianità e 38 di contributi senza pagare nulla, il che al momento è falso e mancano comunque i decreti attuativi».

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