L’importanza dell’analisi dei post politici sponsorizzati e del loro engagement social
Abbiamo deciso di esaminare questi dati per comprendere al meglio se oggi il modello degli adv politici su Facebook sia ancora efficace
03/06/2024 di Enzo Boldi
Le città sono invase di manifesti elettorali affissi lungo le bacheche, anche nelle innovative versioni video wall. In radio e in tv sono sempre meno gli spazi pubblicitari a pagamento “affittati” – a livello locale – dai singoli candidati. Tutto il resto è social: centinaia di migliaia di post su cui è stato deciso di effettuare una sponsorizzazione su Facebook da parte dei vari partiti candidati alle elezioni Europee 2024 e dai loro leader. Una spesa di decina di migliaia di euro, nel tentativo di raggiungere una platea sempre più ampia di potenziali elettori attraverso quel mondo senza confini dei social network. Ma nel 2024 questo paradigma funziona ancora?
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È questa la domanda alla base degli approfondimenti che Giornalettismo sta realizzando e che renderà pubblici nel corso della settimana che precede l’imminente voto per il rinnovamento del Parlamento Europeo, in programma sabato 8 e domenica 9 giugno. Un appuntamento di grande importanza, visto il peso socio-politico-economico che le decisioni prese tra Bruxelles e Strasburgo hanno sui Paesi e sulla popolazione. Non ci occuperemo di sondaggi, ma di dati raccolti attraverso le API degli adv su Facebook e suddivisi in base ai singoli partiti, leader e candidati. Un’analisi che parte dagli investimenti effettuati sul social di proprietà di Meta, le promesse sull’audience raggiunta e il reale impatto di questi contenuti soggetti alla sponsorizzazione Facebook partiti. Anche in termini di engagement.
Sponsorizzazione Facebook partiti, l’importanza dell’analisi
Attraverso i dati raccolti da Elikona Analytics a partire dallo scorso 7 maggio (a un mese dalla scadenza elettorale e nel vivo della campagna elettorale), capiremo se oggi conviene ancora investire sui post sponsorizzati su Facebook, anche alla luce dell’ennesimo cambio di policy che – di fatto – rende meno visibili quei contenuti politici che non vengono supportati economicamente dai vari attori per renderli fruibili a più persone possibili. Per comprendere tutto ciò, è necessario mettere sul tavolo dell’analisi diversi fattori strutturalmente fondamentali per quel che riguarda le campagne di adv sui social network di Meta.
Si parta dai singoli investimenti (quantitativo economico per “sponsorizzare” un contenuto verso un determinato target) per arrivare alla spesa totale di ogni singolo partito, leader e candidati. Poi, si va ad analizzare il reale impatto di quella sponsorizzazione. Proviamo a spiegarlo in poche parole: quando una pagina decide di avviare una campagna su un contenuto social, sceglie il budget da investire e – di conseguenza – anche la portata potenziale di quanto sponsorizzato. Più è alta la cifra, dunque, maggiore sarà la capacità di audience totale. Ed è questo uno dei dati fondamentali per capire se conviene ancora effettuare una campagna elettorale su Facebook e se il social è in grado di mantenere le promesse in termini di audience targettizzata.
L’engagement
Tutti questi elementi portano con loro una serie di sfaccettature che saranno prese in esame e spiegate nel corso della settimana che si concluderà domenica 9 giugno con la chiusura delle urne in Italia (alle ore 23) e con lo scrutinio dei voti, in attesa dei risultati che dovrebbero arrivare nelle ore successive. Da quel momento, saremo in grado di capire se e come hanno funzionato gli investimenti social fatti da partiti e candidati, se l’engagement sia un elemento realmente importante in fase previsionale e se in un mondo digitale in perenne cambiamento questo paradigma sia ancora efficace.