Venezia 76 : Brad Pitt “il film che volevo fare da tanto”

Venezia 76 , presentato alla stampa Ad Astra diretto da James Gray con Brad Pitt, Tommy Lee Jones, Ruth Negga, Liv Tyler, Donald Sutherland , è stato presentato in concorso al festival . Il film di fantascienza che ci racconta l’astronauta Roy McBride (Brad Pitt) viaggia verso i bordi esterni del sistema solare per trovare il padre scomparso e svelare un mistero che minaccia la sopravvivenza del nostro pianeta. Il suo viaggio svelerà segreti che sfidano la natura dell’esistenza umana e il nostro posto nel cosmo.

Il film ben accolto a Venezia e alla conferenza stampa i protagonisti ci hanno raccontato:

James Gray: “Ho fatto tantissimi film, ma questo lo volevo davvero realizzare. Ho letto su un muro che la storia inizia sempre nel microcosmo del personale e ho mandato a Brad il messaggio”.

Brad Pitt: “Io e James siamo amici da metà anni ‘90, volevamo da tanto farlo e abbiamo avuto fortuna che l’occasione sia arrivata. È venuto con questa sceneggiatura che abbiamo pensato con miei partner. James assieme ad Ethan Gross sono all’apice delle loro capacità narrative di raccontare eroi, storie e la sua visione personale. Io e James siamo vicini da tempo e lui voleva realizzare qualcosa di davvero intrigante come uomo, padre e figlio”.

AD Astra

Brad visto che hai prodotto il film nel montaggio hai portato un tesoro nazionale belga come Nico . Come mai fin li?

Brad Pitt : “ Con Nico abbiamo lavorato insieme in beautiful boy e ha un tocco meraviglioso. Questo è stato il film più complesso perché la storia di James è così delicata e bastava una minima cosa eccessiva per rendere tutto sbagliato. Uno sforzo costante di mantenere l’equilibrio e la narrativa come voleva James, abbiamo chiamato vari amici e io e James abbiamo sempre parlato di come si riesce ad indicare persone scollegate. Questo personaggio sullo schermo è da solo, volevamo raccontare il suo rapporto dato che era isolato. Sono contento dell’equilibrio trovato e collima con quanto avevamo detto tre anni fa”.

James la storia è delicata con tante citazioni. Ci puoi parlare del mondo che fa parte di questo progetto?

James Gray: “Una delle cose bellissime che fa parte del cinema è mettere insieme una scena, anche la letteratura ha un ruolo nella Narrazione. Forse sono vecchio stile ma credo molto nella narrativa e mi piace rubare dai migliori. Sono ossessionato da moby dick e ho deciso di rubare da lì. Ho reinventato l’acqua calda, volevo utilizzare dei temi senza tempo. Alcuni diranno che sono vecchi, ma io credo nella forza del mito degli elementi archetipici”.

Hanno poi proseguito gli altri protagonisti:

Liv Tyler: “Pensavo al rapporto dell’uomo con suo padre, non all’elemento fantasy nello spazio. Il mio personaggio era un po’ come un sogno e arriva a lui nella sua fantasia. Questo personaggio era vero, nella sua testa e il collegamento con il mondo. Tutti i collegamenti sono importanti e lui è sempre solo, si trova spesso con la memoria e pensa se sia vero o no quello che immagina”.

Ruth Negga, : “Lo spazio ci ha dato la possibilità di esplorare i rapporti intimi che ci sono e il personaggio incarnava il fatto che noi come esseri umani vogliamo sempre dei contatti. Le scene tra loro due indicano il
Modo in cui fanno un contatto con lui. Lei lo spinge ad andare avanti per la sua missione, anche se lui non lo sa i loro destini sono intrecciati. Quello che lei fa per lui fa sì che parta per la sua missione”.

Brad sei un uomo che passa dal non avere alcuna emozione ad una cosa molto diversa, come si crea come attore con riprese così vicine come i primissimi piani ?

Brad Pitt: “Per quanto lo cerchiamo di nascondere tutti noi ci portiamo dietro dei dolori e delle ferite dalla nostra infanzia, il ruolo dell’attore è
utilizzare quel dolore e i sentimenti, se non sono sinceri non saranno sinceri neanche per gli spettatori. Noi non abbiamo un rapporto maschile tradizionale e condividiamo momenti imbarazzanti, i fallimenti e gli errori fatti. Lui mi mandava delle mail la mattina riguardo la giornata precedente ma con riferimenti con la sua vita personale. Così riuscivamo a definire il lavoro che volevamo fare.

James Gray : “Qualsiasi lavoro che si faccia con un attore è necessario quando passi con sincerità. Dobbiamo essere onesti verso noi stessi e questo spesso ci porta in luoghi oscuri e dobbiamo essere onesti nei confronti degli altri. Con Brad abbiamo creato questo rapporto vicino, che mi ha portato a guardare dentro di lui. Questo racconta una verità che è molto più vera di questa verità”.

Quanto è stato importante accettare un film onesto e quanto è un valore sovversivo?

Brad Pitt: “In retrospettiva, penso alle conversazioni con James, senza dare etichette ci concentravamo sulla mascolinità. Proveniamo da in epoca in cui si è parlato della forza naturale del dover essere rispettati, ci sono dei valori e ci si deve difendere e si creano delle barriere. Abbracciamo noi stessi negando il dolore, tutte le cose che abbiamo provato come la vergogna. Guardando dietro di noi ci chiedevamo se c’era una migliore definizione per noi, una maggiore apertura per creare un rapporto migliore con chi amiamo e noi stessi. Alla fine cercavamo questo”.

Lei è un attore regala molte emozioni, ma è anche produttore e come concilia le emozioni col business? 

Brad Pitt : “Sia io che James siamo stati svezzati con i grandi film degli anni ‘70, quello è il livello che cerco con personaggi umani. Ne’ buoni ne’ cattivi. Queste sono le storie che voglio raccontare. Credo che mi piaccia la complessità perché non vedo un mondo bianco e nero, anche i miei partner cercano questo ed è il valore che ci guida. Se tocca la mia anima tocca anche quella degli altri. Io la penso così, poi si vedrà sul mercato”.

Il personaggio di Roy libera il suo, ci spiega qual è il luogo in cui si sente libero? Ha mai sognato andare nello spazio?

Brad Pitt : “In questo film è un luogo sperduto e solitario in cui rimani in vita per dei dispositivi. Mi sento molto più a mio agio nello spazio aperto della natura”.

Ad Astra è in concorso ma ci sono speculazioni sugli Oscar, pensa arriverà il primo?

Brad Pitt: “Vorrei che questo film venisse presentato, tutti abbiamo lavorato molto ed è stato una sfida stimolante. Opera su più fronti e ha molto da dire, si pone domande sul perché siamo qui e la nostra anima. Sono curioso di vedere come verrà recepito, credo che semplicemente se c’è successo è divertente e spesso vincono amici”.

AD Astra

James Gray tra le tante altre cos’è questo film è bellissimo dal punto di vista visivo e anche la musica. Le scelte visive e della colonna sonora sono azzeccate e un unicum.

James Gray: “Nel 1989 ho visto For All Mankind un documentario molto bello con le riprese in 16mm degli astronauti dell’Apollo 16. Sulla luna si vede una distesa nera e la terra è una cosina molto piccola. Quei 12 astronauti bianchi sono gli unici che hanno visto la luna da quel punto di vista. Molto del cinema si occupa di creare un mood, un punto di vista. Allo stesso tempo bello, che fa paura ma tocca anche l’anima. Abbiamo voluto rendere questa distesa ancora più nera e siamo partiti da quelle riprese li. Si lavora tanto con l’archivio, con le altre grandi opere, eravamo ossessionati dalla musica concreta e abbiamo tanti loop nel film. La musica è la voce del personaggio, è quasi un’ecografia. Alcuni suoni non sono evidenti, quel nero e quella voce in loop nella solitudine nella testa dei personaggi è un unico. Lavorare con la musica sinfonica di scende in alcuni stereotipi creando elementi classici”

Lei ha visto Gravity? C’è stato un paragone con il suo amico Clooney?

Brad Pitt: “Fare film sullo spazio significa penzolare dai fili, George a George e io ci siamo raccontati alcuni aneddoti sul disagio che abbiamo provato, tutto qui.

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