Stefano Lentini: Verdi come non si era mai sentito ne La Porta Rossa 2

12/03/2019 di Redazione

Stefano Lentini in una rivisitazione di alcuni estratti de La Traviata di Giuseppe Verdi, per La Porta Rossa 2.

Uno degli incontri più fecondi tra musica colta e cinema; la rivisitazione di alcuni dei più emozionanti estratti de La Traviata di Giuseppe Verdi attraverso la scrittura visionaria ed eclettica di Stefano Lentini. Il lavoro nato per la Serie Tv di Rai2 “La Porta Rossa – Seconda Stagione” vive di vita propria e propone una rilettura senza limiti estetici e musicali di una pagina centrale della musica classica, in anteprima mondiale su Rai2 Mercoledì 13 marzo 2019.

Una produzione di valore internazionale, magistralmente eseguita dall’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, protagonista una Violetta interpretata dalla giovane soprano spagnola Carmen Buendía – proveniente dall’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino – e con il contributo di musicisti di estrazione jazz e rock. VERDI REVISITED (etichetta Rai Com) di Stefano Lentini, su tutte le piattaforme digitali proprio dal 13 marzo, è un album rivoluzionario che trasforma un’esperienza “classica” in un’opera profondamente contemporanea, mixato negli storici Air Studios londinesi dall’ingegnere del suono Geoff Foster, tre volte Grammy Awards.

Stefano Lentini: Le dichiarazioni dell’artista

Quando un artista crea deve essere anti-filologico e forse anche sovversivo, prima di tutto verso sè stesso. Maneggiare un capolavoro come questo può essere molto pericoloso ma non ho potuto farlo che mettendo da parte ogni pudore estetico: ho semplicemente utilizzato gli strumenti come tali, senza vincoli e abitudini. Non credo che un violino sia più classico di una chitarra elettrica, dipende dall’attitudine”, dichiara Stefano Lentini. “Nella alla musica originale ed aggiungendo drammaticità. L’ho fatto senza limiti di genere o riserve, consapevole di manomettere un’opera “intoccabile” della tradizione Italiana ho cercato di rispettarne l’anima ampliandone l’universo emozionale. Così Giorgio Germont – l’accusatore – diventa un coro di baritoni, un Super-Io, una pressione sociale diffusa, mentre l’orchestra sinfonica si sporca di sonorità graffianti e anti-classiche; Violetta diviene voce collettiva di una ribellione e una sofferenza senza tempo”, conclude Stefano Lentini.

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