Solo: A Star Wars Story – Recensione da Cannes del film di Ron Howard
17/05/2018 di Thomas Cardinali
Solo: A Star Wars Story porta sullo schermo delle scene che i fan della saga sognavano da una vita, è un film riuscito soprattutto per i sentimenti e le emozioni. La recensione in anteprima da Cannes.
Solo: A Star Wars Story | Cambio in corsa promosso
Ron Howard è arrivato in corsa sostituendo il duo Phil Lord – Chris Miller, ma la regia non ha delle grandi vette risultando più confezionato alla “Inferno” che all’eccellente precisione dei dettagli in “Rush”. La forza del film è il regalare ai fan della saga le immagini che volevano da una vita, mostrando come sono nati i legami tra i personaggi che ci hanno fatto innamorare di una Galassia lontana lontana. L’inizio è adrenalinico, col botto, e troviamo subito risposte sul rapporto tra Han e la Qi’Ra di Emilia Clarke dando un tocco di romanticismo diverso a quello a cui solitamente la saga ci ha abituato. L’attrice è tra le migliori del cast, a dimostrazione che è riuscita a togliersi l’etichetta de “la Daenerys di Game of Thrones”.
Solo: A Star Wars Story | Il cast è un valore aggiunto
Chewbacca, con sotto il costume Joonas Suotamo, è sempre lui e l’evoluzione del rapporto con Han scena dopo scena rende il film ancora più bello. Tantissima carne al fuoco in Solo: A Star Wars Story come detto con tante emozioni per chi è cresciuto con la saga più famosa della storia del cinema: l’origine del nome Solo, il primo incontro tra Han e Chewie, la prima volta che il pilota guida il Millennium Falcon, la scena della fuga attraverso la rotta di Kessel sono solo alcuni dei momenti memorabili in un film che risulta a volte troppo piatto. A livello di ritmo sono le sequenze più western ad entusiasmare di più, compreso l’assalto al treno e i duelli all’ultima pistola. Per le musiche c’è da lodare il meraviglioso tema composto da John Williams dedicato ad Han Solo, ma il maestro è intervenuto anche in altri 5 momenti che vanno ad aggiungersi al resto della colonna sonora affidata a John Powell.
Solo: A Star Wars Story | Aria di sequel
Ci sono alcuni spunti e camei molto interessanti, altri di difficile comprensione per i fan della saga, in particolare uno totalmente inaspettato nel finale. La realtà è che Solo: A Star Wars Story con un finale che lascia tante domande aperte è un palese tentativo di aprire ad una nuova saga di film con questi giovani interpreti (Alden Ehrenreich avrebbe firmato addirittura per tre film). che potrebbero soltanto migliorare. Dopo Star Wars – Gli ultimi Jedi avevamo sentito moltissime critiche per aver tradito alcuni aspetti storici della saga, di Solo: A Star Wars Story tutto si potrà dire del lavoro di Ron Howard tranne che non sia stato fedele all’essenza della saga con vitalità e freschezza che pensavamo di aver perduto per sempre. Il pubblico è sovrano, ma se tutte le nuove storie da raccontare regaleranno quel sorriso e gli occhi lucidi come grazie ad Han, Chewie e il Millennium Falcon allora ben vengano.
Solo: A Star Wars Story | Conclusioni
Solo: A Star Wars Story è un film che potrà piacere di più ai fan accaniti della saga, mostra cose che si aspettavano ed altre imprevedibili. Non è un capolavoro del cinema, ma si inserisce perfettamente nella time line della Galassia lontana lontana aprendo alla possibilità di una nuova serie di film legati all’iconico Han Solo. Il cast è convincente, più della regia di Ron Howard spesso poco coraggioso.
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