Soldado: Recensione, Stefano Sollima dirige Hollywood

11/10/2018 di Redazione

Soldado, diretto da Stefano Sollima, tornano in azione Benicio del Toro e Josh Brolin, ancora una volta coinvolti sul pericoloso confine Messico Stati Uniti oggetto di traffico di persone, droga e armi ma stavolta con l’apparizione (del tutto inattesa) della minaccia terroristica.


Soldado, tornano l’agente federale Matt Graver (Josh Brolin) e il misterioso Alejandro (Benicio del Toro) la cui famiglia è stata sterminata da un boss di uno dei tanti cartelli della droga messicani. La missione, affidata ad Alejandro, è stavolta quella di impedire creando il caos fra i cartelli, l’infiltrazione dei terroristi di matrice jihadista che hanno improvvisamente colpito il territorio degli Stati Uniti in modo devastante.

Soldado, segna e sottolinea il debutto americano del regista romano Stefano Sollima (“A.C.A.B”, “Gomorra – la serie”, “Suburra”  e ora al lavoro sulla nuova serie “Zero Zero Zero” tratta dal noto romanzo di Roberto Saviano ). Sollima dirige con mano ferma questo intenso e serrato action thriller, con protagonisti due veri antieroi che rischiano la propria vita sulla frontiera tra Messico e Stati Uniti infiltrata quasi ovunque dai narco-cartelli che pagano e corrompono interi reparti della polizia locale e statale messicana.
Una storia solidissima e di attualità, dove si ipotizza, una delle grandissime paure del governo degli Stati Uniti, l’infiltrazione di terroristi di matrice islamista tramite la frontiera con il Messico, quello che poi è successo in Europa tragicamente con i foreign fighters.
Senza anticipare troppo della storia, possiamo solo raccontarvi che la missione di Alejandro sarà quella di innescare una violenta guerra intestina tra i cartelli della droga, per cercare di fermare e in un certo senso vendicare un drammatico attentato, avvenuto a causa di un gruppo di terroristi islamici infiltratosi proprio grazie all’aiuto di un boss della droga. Matt Graver agente della CIA deve compiere una missione sporca senza coinvolgere direttamente il governo degli Stati Uniti e in questo modo con un gruppo di mercenari chiama nuovamente il “Sicario” Alejandro in azione.

Dennis Villeneuve regista del primo film, ha definito la scelta di Sollima “perfetta”, dichiarando “Sollima ha realizzato un magnifico film, mi ha colpito davvero !“. E onestamente sarebbe sufficiente questa dichiarazione per chiudere qui questa recensione, visto che il film di Sollima oltre ad essere magnifico, possiamo ritenerlo decisamente molto superiore al primo capitolo per ritmo e intensità.
Nella pellicola Sollima affronta il drammatico problema del traffico degli esseri umani della frontiera Messico – Stati Uniti, uno di quei problemi molto sentito che ha portato ad eleggere il presidente Trump  che ha promesso di rafforzare, Sollima  si conferma non solo un perfetto regista, ma di questo fin dai suoi primi lavori come documentarista non si poteva dubitare, e onestamente il figlio di Sergio dimostra solo che buon sangue non mente. Chi ha amato i lavori del padre non potrà non riscontrare in alcuni passaggi di questa pellicola la preziosa eredità. Le scelte stilistiche di Sollima si sposano alla perfezione al suo stile, azione, molti effetti fisici che visivi, con l’aiuto di un direttore della fotografia del calibro di Dariusz Wolski, che ricordiamo per i suoi lavori nella saga de I Pirati dei Caraibi.
Tutto il team di Soldado è rimasto sinceramente colpito dalle capacità espresse dal nostro Sollima,  a partire dallo sceneggiatore Taylor Sheridan che ha ha confermato: “avevamo bisogno di un cineasta deciso, che non avesse nessun timore di mostrare alcune cose sconvolgenti che accadano e neppure che le esaltasse per il bene della storia“.
Onestamente è più facile recensire un film brutto o bruttino, che il film di Sollima che risulta semplicemente perfetto nelle sue scelte come tutto il cast della pellicola. Nota particolare è la coinvolgente colonna sonora di Hildur Gudnadòttir che aveva collaborato con il compositore Jòhann Johannsson, autore della colonna sonora del primo capitolo “Sicario” e prematuramente scomparso quest’anno, che prosegue con il lavoro con la manipolazione del suono come Sollima ha dichiarato: “Hildur è in grado di creare suoni elettronici da uno strumento classico come il violoncello ed ha la capacità di elaborare il suono in modo così profondo che alla fine si differenzia dallo strumento reale“.

Non ci resta che consigliarvi di godere di questa pellicola nella migliore sala che trovate nella vostra città, con l’ennesima conferma del nostro regista Stefano Sollima, come dichiarato da lui stesso nella conferenza stampa di presentazione, che ancora  una volta il Made in Italy non ha nulla da invidiare ai blasonati registi anglosassoni, anzi forse aggiunge quel pizzico di abile capacità artigianale frutto dell’eredità del padre Sergio.
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