Robin Hood – L’origine della leggenda: Recensione, non fatelo vedere a un insegnante di storia

19/11/2018 di Redazione

Robin Hood – L’origine della leggenda è degno di essere visto? Ecco la nostra recensione del film in uscita questa settimana.

Robin Hood – L’origine della leggenda, diretto da Otto Bathurst, uscirà nelle sale cinematografiche italiane questa settimana, il 22 novembre. Il ruolo di Robin di Loxley è affidato a Taron Egerton, mentre Jamie Foxx interpreta John e Eve Hewson è Marian. Altri membri del cast sono Ben Mendelsohn (Sceriffo di Nottingham), Jamie Dornan (Will Tillman) Tim Minchin (Frate Tuck), Paul Anderson (Guy di Gisbourne), F. Murray Abraham (Cardinale) e tanti altri.
Un giovane Robin di Loxley viene chiamato a prendere parte dalle Crociate e torna vedendosi confiscata la sua tenuta e la sua terra dominata dall’ingiustizia e la miseria. Decide quindi di contrastare l’avido Sceriffo di Nottingham, ma per farlo ha bisogno di un upgrade: ad addestrarlo ci pensa un comandante conosciuto durante i combattimenti, che si farà chiamare John.
Robin Hood: Recensione, non fatelo vedere a un professore di storia

Robin Hood – L’origine della leggenda | Recensione

Quando esce l’ennesimo, nuovo film dedicato a Robin Hood, ci sono due domande fondamentali che ci si pone: ne avevamo bisogno? Racconta qualcosa di nuovo? Nel caso della prima domanda, la risposta è inequivocabilmente ‘no’. Per quanto riguarda la seconda, la voce narrante all’inizio del ci tiene a precisare che quella che vedremo è diversa dalla storia che noi conosciamo. Non vi sembra di aver già sentito questa frase in decine di altri reboot?
Su una cosa bisogna sicuramente convenire con la voce narrante di Robin Hood: questo film non racconta la storia per come noi la conosciamo. È infatti pieno di errori anacronistici – a partire dai costumi, che sono medievali come lo sarebbe una giacca da motociclista. Qualcuno spieghi agli americani che togliendo la zip e dando un aspetto minimal all’abbigliamento dei giorni nostri non si ottiene un costume medievale. La storia originale si riconosce semplicemente dai nomi di taluni personaggi e dal principio di rubare ai ricchi per dare ai poveri: tutto qui.
Se vogliamo parlare, poi, dell’ambientazione e del casting, tocchiamo un’altra nota dolente. C’è un sapore quasi esotico nelle costruzioni e persino nell’aspetto di alcuni personaggi a Nottingham: la stessa Marian, nelle prime scene, sembra quasi non essere occidentale. Per contro, i personaggi contro cui si scontrano i soldati delle crociate non sono arabi, bensì… Africani. Questa confusione tra etnie è decisamente poco lusinghiera per l’intelligenza di un pubblico dell’anno 2018, e non fa altro che allontanarci dall’effettiva percezione di stare guardando un film su Robin Hood, avvicinandosi più a una specie di film fantasy – assolutamente non medievale – privo di creature tipiche del genere o magia.
Robin Hood: Recensione, non fatelo vedere a un professore di storia
Lodevole l’interpretazione di Aaron Egerton, che anche solo con gli occhi – il resto del volto mascherato – riesce a comunicarci molto più di quanto non lo faccia la scena stessa. Con la sua c’è qualche altra performance degna di nota, come Tim Minchin. Peccato che non bastino. Sprecati sia Jamie Foxx che Ben Mendelsohn; l’uno intrappolato in un ruolo da spalla senza infamia e senza lode, l’altro in quello di un villain poco caratterizzato, se non dal suo essere effemminato, dettaglio che non costituisce un reale motivo di interesse. Dimenticabili Jamie Dornan e Eve Hewson.
Nel film troviamo dei riferimenti anche scottanti a realtà che sembrano molto più vicine a quella odierna rispetto a quanto ci fa pensare all’epoca di Robin Hood. Questo mescolare una leggenda con delle tematiche vagamente attuali, unito a una regia dinamica e una colonna sonora non particolarmente originale, ma adeguata alle situazioni, può risultare accattivante. Per questo Robin Hood – L’origine della leggenda si dimostra forse adatto per chi sia interessato a un film d’intrattenimento senza troppe pretese – da sconsigliare fortemente, in ogni caso, a qualsiasi insegnante di storia.
Il nostro voto: [yasr_overall_rating]
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