Peppermint, la vendetta è donna. Pure troppo

24/03/2019 di Redazione

Peppermint, ovvero il cielo non conosce ira più grande di quella di una donna ferita. In questo caso nei suoi affetti più cari, marito e figlia, assassinati da un boss della droga come esempio per i suoi nemici. Ma come spesso accade, i criminali commettono imperdonabili errori. Come lasciare in vita una donna che ha perso tutto. E adesso vuole solo vendetta.

Peppermint, Jennifer Garner Lives Again

Era tanto che non la vedevamo in un ruolo action, dopo avere lanciato così la sua carriera negli atletici panni di Sydney Bristow, l’agente della CIA sotto copertura di Alias, una delle serie di maggiore successi degli anni 2000. Fu proprio quella parte che la fece diventare la prima eroina Marvel, molto prima di altre ben più sociologicamente celebrate. Certo, la sua Elektra ebbe la sfortuna di apparire in film non proprio da ricordare, da Daredevil al suo stand alone. Ma era una Marvel diversa, il MCU era ancora di là da venire e c’è anche da dire che un personaggio come Elektra nell’annacquata versione che verrebbe fuori da casa Disney sarebbe uno sfregio a quella, meravigliosa e tragica, di Frank Miller e Bill Sienkiewicz.

Eppure, in questo momento di giubilo per le donne forti che riparano torti, da Daredevil.

Detto ciò, ultimamente vendetta, o forse giustizia, sembra fare rima con donna, il che forse è anche un po’ inquietante nelle forme in cui viene esercitata.

Da l’Atomica Bionda Charlize Theron alla bellissima e spietata Matilda Lutz di Revenge, senza dimenticare l’esplosiva Salma Hayek di Beverly, le femmine sono oggi le arme letali per eccellenza.

Peppermint non è da meno

E compie la sua missione come più piace a Pierre Morel, regista francese cresciuto alla corte di Luc Besson che si è fatto le ossa come direttore della fotografia, per poi esordire con un film affatto pretenzioso come il remake di Distretto 13 di John Carpenter. È a lui che si deve il rapporto conflittuale che ha Liam Neeson con il telefono, ma in ogni caso Taken è stato un successo tanto inaspettato quanto clamoroso. E in questi casi ha sempre ragione chi vince.

Peppermint è la declinazione femminea di Bryan Mills

Segue lo stesso schema, ma con motivazioni ancora più forti e, per molti versi, anche molto più eticamente ambigue. Riley North, la vendicatrice della Garner, si fa banalmente giustizia sommaria perché quella ordinaria è corrotta. E pensa bene di punire anche chi questa giustizia malamente la rappresenta. Un messaggio quanto mai pericoloso nella società contemporanea, anche, o magari soprattutto, per un pubblico cresciuto a pane e armi automatiche dagli anni Ottanta in poi. Rambo e Commando erano gli eroi dell’America Reaganiana, dichiaratamente repubblicani e a loro modo coerenti. Le donne guerriere raccontate dagli uomini sembrano semplicemente voler giustificare con la violenza decenni di frustrazioni di genere. E sì, anche di tanta violenza. Trasformandosi in spietate macchine da guerra, ma anche nei peggiori maschi possibili.

Quindi, per favore, ridateci Elektra.

Share this article