Non sposate le mie figlie 2: Recensione, una commedia “sociologica”
07/03/2019 di Redazione
Non sposate le mie figlie 2, inevitabile seguito dopo il grande successo in Francia e nel mondo con ben 150 milioni di euro di incasso del primo episodio. L’audace storia di una coppia di benestanti della borghesia della campagna francese (che sicuramente non indosserà mai i gilet gialli) che si era trovata alle prese con una serie di matrimoni fin troppo multietnici per le loro quattro figlie.
Diretto da Philippe de Chauveron, vede il ritorno dei protagonisti i coniugi Claude (Christian Clavier) e Marie (Chantal Lauby), ormai pronti a godersi la meritata pensione dopo aver sistemato le loro adorate quattro figlie con uomini di origini e culture molto distanti dalla loro: Rachid (Medi Sadoun), musulmano di origini algerine, Chao (Frédéric Chau), ateo e figlio di cinesi, l’ebreo David (Ary Abittan) e il senegalese Charles (Noom Diawara).
Ma in breve la loro tranquillità familiare viene messa ancora una volta a dura prova quando scoprono che i loro generi hanno deciso di lasciare la Francia con mogli e figli in cerca di fortuna all’estero. Incapaci di immaginare la loro famiglia lontana e di non vedere crescere i propri nipoti nell’adorata terra francese, Claude e Marie sono pronti a tutto pur di trattenerli e dimostrare loro che la Francia è il posto migliore in cui possano vivere .
Questo il seguito della divertente storia che come il primo film si mantiene su un equilibrio politicamente scorretto. Come sempre Claude Verneuil (Christian Clavier , indimenticabile Asterix dei primi live action) riesce a portare lo spettatore dentro una storia divertente e spassosa, ma al tempo stesso con tante riflessioni sociologiche sulla Francia di oggi. Il povero Claude infatti mentre sperava di godersi la meritata pensione, e finalmente di dedicarsi alla sua passione storica scrivendo una improbabile biografia, si ritroverà con la consorte in giro per il mondo a trovare i loro nuovi strani parenti, con tutto il corollario di pregiudizi e luoghi comuni che accompagnano le visite in un paese straniero. La storia prende atto dei cambiamenti sociali, in peggio, di questi ultimi anni in Francia con molti episodi di intolleranza e gli inevitabili conflitti che esplodono e il regista e co-sceneggiatore Philippe de Chauveron parte proprio da qui, usando i classici toni della commedia, per parlarci anche di altro, ma sempre in modo intelligente e divertente.
E così l’obiettivo finale della coppia dei genitori sarà quello di recuperare le amate figlie con mariti al seguito, ma soprattutto gli amati nipoti. E penseranno bene di organizzare un tour di tutte le bellezze della meravigliosa Francia, sottolineando la bellezza di vivere nella dolce campagna, a dispetto dell’isterica Parigi o del resto del mondo. La commedia alla fine scorre negli identici binari della prima con tanti dialoghi spassosi, molto poco politicamente corretti, e come detto prima una interessante analisi sociologica della Francia attuale che ritrovate all’interno di una commedia. Ma del resto se in Italia bene o male Carlo Vanzina con le sue commedie ha indicato gli umori del paese in certi anni, il regista Philippe de Chauveron non è da meno , e sebbene il lieto fine sia dovuto in Non sposate le mie figlie 2, resta la lodevole sorpresa di una pellicola che ci mostra i tanti problemi che la Francia di oggi non vuole mostrare o fa finta di non vedere.