Muvis: il Museo del Vino più grande D’Europa

25/05/2019 di Redazione

Alla scoperta del “MUVIS – Museo del Vino e delle Scienze agroalimentari”, il più grande Museo del Vino in Europa

In Europa ci sono più di settanta musei del vino, ben trenta sono in Italia, ma il più grande in Europa si trova in un piccolo Paese italiano: il comune di Castiglione in Teverina in provincia di Viterbo. Il suo nome è MUVIS – Museo del Vino e delle Scienze agroalimentari, ed il suo obiettivo è quello di far scoprire e conoscere ai visitatori la cultura del vino italiana tra curiosità storiche, origine di profumi e sapori, reperti archeologici e sapere sul più vasto mondo del cibo e delle eccellenze naturali italiane.

Il MUVIS sorge nelle ex “Cantine Vaselli”, all’interno di un vasto territorio esteso tra il fiume Tevere ed il lago di Bolsena, in cui si snoda la Strada del Vino della Teverina. In queste cantine, il Conte Romolo Vaselli (1898 – 1967) avviò tra il 1939 ed il 1942 una produzione vitivinicola di qualità attraverso un approccio agroindustriale. I vini in particolare, accanto a spumante, vermouth, aceto, con l’ Orvieto ed i rossi da tavola sapidi e corposi, imposero con successo il marchio Vaselli sul mercato nazionale ed estero sino al 1994, anno in cui la cantina cessò ogni attività. Queste cantine, luogo simbolico per la comunità castiglionese, sono state recuperate dal Comune di Castiglione in Teverina con il progetto MUVIS, che è al centro di una serie di progetti per la valorizzazione dei prodotti tipici locali e per l’alta formazione in campo enogastronomico e mette in pratica i più moderni principi dell’economia culturale di cui è prototipo europeo.

Muvis

Oggi, oltre al Comune a seguire lo sviluppo del Museo vi è un Consorzio di imprese che ha scelto di farsi affiancare da giovani professionisti; tra questi Talky Media ha intervistato Mario Melillo Responsabile Marketing del MUVIS.

Un giovane professionista che ha da poco superato i trent’anni, consulente d’impresa, collaboratore di cattedra all’Università La Sapienza di Roma ed esperto nel campo del marketing e della comunicazione digitale: come sei approdato oggi a Responsabile Marketing di un così prestigioso quanto “insolito” Museo?

A volte tutto accade per delle “romantiche” coincidenze della vita, in questo caso io e la mia compagna abbiamo fondato una nostra società di consulenza per le PMI ed essendo lei originaria di Castiglione in Teverina abbiamo deciso di partire da lì per la nostra attività; il MUVIS necessitava di una spinta forte e moderna a livello di marketing e di comunicazione, così siamo stati scelti dai gestori del Museo per supportarne lo sviluppo. È una sfida importante ed avvincente che sono onorato di poter portare avanti, ma siamo solo all’inizio e ci sono tanti progetti in campo. Sul fatto che sia “insolito” come Museo non ne sarei così sicuro…

Diciamo che non ci si aspetta di associare il vino con un mondo serio e rigoroso come quello museale…

In realtà dietro al vino come prodotto che noi italiani consumiamo abitualmente con piacere c’è una lunga storia, incredibile, che tiene assieme tradizioni e costume, ma anche tecnologia, scienza, economia e sostenibilità ambientale. Chi visita il MUVIS si trova immerso in un percorso storico e antropologico curato dal Prof. Marcello Arduini dell’Università della Tuscia (nonché nostro Direttore scientifico), attraverso il quale si scoprono le storie di chi ha lavorato in questa azienda nata grazie al Conte Romolo Vaselli nel 1939. Oggi le Cantine Vaselli sono il Museo in cui si racconta la storia degli uomini e delle donne che hanno fatto la storia di questa cantina, che negli anni ’60 ha reso famosa la DOC interregionale del Vino Orvieto nel mondo esportando già all’epoca milioni di bottiglie in Stati Uniti, Canada, Germania, Svizzera e Regno Unito. Poi in anni recenti grazie alla Soprintendenza e all’Università Federico II di Napoli a Castiglione è stato ritrovato un importante insediamento etrusco che testimonia come lì il vino si faccia da duemila anni e parte dei reperti sono esposti al MUVIS.

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Quindi c’è soprattutto storia del vino nel MUVIS oppure al visitatore viene offerto altro?

Certamente gli offriamo del vino! Perché oltre a visitare la cantina storica che risale addirittura al 1850, i visitatori scoprono anche il terroir tipico della nostra zona e prenotando una degustazione possono “assaggiarlo” accompagnati da esperti sommelier. Poi il nostro obiettivo è rendere il nostro Museo un luogo da vivere quotidianamente guardando sempre al futuro.

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In che senso guardate al futuro?

Per esempio con MEME Factory, la mia società di consulenza, ci siamo anche impegnati direttamente in una partnership con il Consorzio di gestione del Museo fornendogli gratuitamente circa trentamila euro tra attrezzature innovative ed arredi per costituire insieme il “MUVIS Innovation Lab”: sarà un FabLab innovativo dedicato alle scienze agroalimentari che permetterà di fare formazione e trasferimento tecnologico alle imprese e ai giovani del territorio, così come ai visitatori. Sarà possibile svolgere laboratori didattici o seguire corsi formativi sulla stampa 3D con materiali ecosostenibili, imparare a realizzare prototipi o lavori artigianali in legno con il taglio laser, oppure ancora sistemi digitali autoprodotti di monitoraggio del suolo con Arduino. Il laboratorio ci auguriamo che possa, anche grazie al supporto strategico dell’Amministrazione comunale, prendere avvio già tra qualche mese intanto già offriamo laboratori didattici in campo archeologico ed alimentare per famiglie e scuole. Insomma, c’è tanto da scoprire e da fare nel MUVIS, e questo ci ha già reso un Museo interessante per gli appassionati del mondo del vino così come per il mondo della didattica e delle famiglie.

A proposito di Amministrazione e dunque di politica, il contesto politico ed elettorale come si riflette su di voi in questo periodo?

Il MUVIS è una struttura pubblica a gestione privata, quindi pur avendo una serie di riconoscimenti istituzionali importanti dobbiamo tenere conto dei cambiamenti in atto a livello locale: in questi giorni i castiglionesi voteranno per il nuovo Sindaco e sinceramente, pur non votando io a Castiglione, devo dire che mi auguro vinca la lista espressione dell’Amministrazione uscente. Ho conosciuto il candidato Sindaco Zannini anni fa, ed essendo giovane e preparato spero possa essere lui la persona con la quale esser chiamato a relazionarmi nei prossimi anni, perché garantirebbe un cambiamento nella continuità, ed il MUVIS ne ha bisogno per portare avanti importanti progetti di sviluppo che creerebbero anche nuova occupazione sul territorio. A livello più alto, invece, siamo in attesa della messa in campo definitiva della nuova normativa per l’enoturismo che da specifiche direttive per le aziende vitivinicole che vogliono fare accoglienza ai turisti; noi come MUVIS collaboriamo molto con le aziende vitivinicole di Castiglione (ben otto e la maggioranza con alta vocazione all’export ndr.) creando visite guidate alle aziende del territorio quindi ci auguriamo presto di avere un quadro normativo completo e definitivo.

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Nella foto Mario Melillo

Tornando al vino, quando è preferibile fare un salto al MUVIS per “gustare” a pieno una vostra visita?

Il MUVIS è aperto tutti i giorni eccetto il Martedì, quindi prenotando un paio di giorni prima è possibile ad esempio trascorrere un bel weekend facendo una visita con degustazione di vini e prodotti tipici. Se poi devo suggerire anche un periodo dell’anno ideale per venire a visitare Castiglione direi che è quello della prima settimana di Agosto, durante la quale ogni anno si organizza da oltre trenta anni la più grande Festa del Vino del Lazio dopo quella dei Castelli romani. In cinque giorni giungono a Castiglione in media trentamila visitatori da tutta Italia per bere, mangiar bene, ballare ed ascoltare buona musica; ed anche in quei giorni al MUVIS sarete i benvenuti.

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