Manifest 1×03: Intrighi, coincidenze ed incidenti – Recensione

16/10/2018 di Redazione

L’episodio 3 di Manifest ci porta a comprendere meglio alcuni aspetti, ma a creare nel contempo un calderone di domande al momento senza risposta. Il mix problemi personali e mistero però continua funzionare benissimo.

La morte di una morta.

Sì è un gioco di parole che potrebbe essere adatto a The Walking Dead, ma è la ragione per cui una delle sopravvissute al volo 828 è stata uccisa. “lei era morta” ripete la donna che l’ha uccisa  ad una esterrefatta Michaela. Certo dopo 5 anni e mezzo, rivedere Kelly deve essere stato uno shock non da poco, specie per chi aveva qualcosa da nascondere.

Manifest: Ben tenta di capire meglio Grace. Ma è tutto molto sfocato…

Se questo vale per Kelly, allora tutti potrebbero essere potenzialmente in pericolo per chissà quale strano complotto governativo. Ne è convinto Ben, prima che si scopra la semplice verità sulla morte di Kelly, ma se fossero lì tutti i problemi del povero ex Charming, sarebbe una vita rose e fiori.
Kelly però fa più rumore da morta che da viva. Infatti il suo corpo scompare misteriosamente ed è qui che gli sceneggiatori si confermano come davvero geniali: la teoria complottista c ‘è, ma non sull’assassinio della donna, ma sul cadavere e il motivo lo scopriremo presto grazie a Saanvi.
Quello che però è importante nella trattazione della trama verticale, è proprio questa ampia possibilità che Manifest offre allo spettatore che può spaziare da scene familiari tipiche di dramedy alla This is Us a situazioni al limite del mistero e della fede alla Fringe o alla X files.
Manifest: Michaela cerca di trovare la verità anche a costo di rimettere tutto in gioco.

In questo episodio anche le paure della morte, la paura che l’essere in qualche modo diversi possa essere sinonimo di pericolo, dà grande energia alla serie che per il momento non perde la tensione narrativa del pilot, ma anzi porta lo spettatore a immedesimarsi sempre più in Ben o Michaela  o negli altri protagonisti costretti loro malgrado a vivere una quotidianità circondati invece dall’insondabile e dal mistero.

Manifest: Affronta le tue paure.

Michaela e Ben, lo sappiamo bene ormai, sono due fratelli molto diversi fra loro. Ben è più riflessivo, meno avventato, anche se a volte sembra il contrario. Lui vorrebbe, si sforza per far sì che la vita riprenda esattamente come lui l’aveva lasciata, ma non è uno stupido.

Sa bene quanto possa essere difficile rapportarsi con una figlia che ha lasciato bambina e ora la ritrova adolescente e sa bene anche quanto sia difficile il suo rapporto con la moglie Grace, ma non ci vuole rinunciare anche se a volte può essere complicato farlo quando la propria compagna, moglie, non ti dice come davvero stanno le cose.
Manifest: Ben e Michaela in azione.

Michaela invece, è forse più istintiva di Ben, pensa meno, agisce di impulso, si fa trascinare dagli eventi ma non perde quasi mai il controllo. Può accadere un volta, come per esempio nella scena dell’auto, in cui ricorda la morte della collega, ma la seconda volta, Michaela fa forza su se stessa, sulla sua incrollabile fede non in Dio e nemmeno negli uomini, ma proprio su Michaela.
Il dialogo con Isaiah (un nome ovviamente casuale), sospettato della morte di Kelly, è sintomatico di come Manifest resti in bilico fra concretezza e misticismo o spiritualità. Qui non si parla di religione se non in senso puramente alto, come un atto di fede, cioè credere di essere al centro di qualcosa che nessuna scienza può spiegare, essere consapevoli di essere qui per qualche ragione e il nostro profeta chiama Michaela: prescelta.
Manifest: Saanvi, la via della scienza.

Lei o Ben o gli altri del volo 828 prescelti? Per cosa? per incasinare la vita alle loro famiglie, per ritrovare l’amore della propria vita insieme alla migliore amica? Scoprire che la propria moglie ha forse l’amante ma non riesce a dirlo apertamente? Vedere una di loro morire perché la gente la credeva già morta? Difficile per una come Michaela dare credito a questa cosa.

Manifest: Le voci di dentro.

Scomodo il titolo di una famosa opera di Eduardo De Filippo perché si adatta perfettamente alla questione vissuta in Manifest dai vari protagonisti. Queste voci sono un po’ il legame unico che lega le persone? Si può parlare di unione di intenti, di partecipazione a qualcosa che li rende in qualche modo speciali? Difficile dirlo alla puntata 3, ma di certo possiamo definire queste persone, come dei sopravvissuti, isolati che tentano di riprendere il ritmo di una vita che adesso non gli appartiene.
Nell’episodio che stiamo analizzando, l’attenzione si sposta fortemente sulla chiave insolita del loro viaggio, ma le voci un presunto profeta non bastano a dare concretezza al mistero. Serve la scienza, serve la razionalità che qui è ben rappresentata da Saanvi, la quale come tutti gli scienziati non si fa domande sulla fede o sul perché si è tornati, ma cerca rilevanze scientifiche.

Manifest: Scienza o fede?

Saanvi scopre che probabilmente tutti hanno avuto un attacco ischemico che si verifica quando si è vittima di un infarto o di una subitanea diminuzione dei valori vitali. La cosa al momento non ha una diretta correlazione anche perché non è dimostrato che tutti abbiano lo stesso marcatore.
Ma, ed è qui che subentra la parte stile Fringe/X files, il cadavere di Kelly è portato via per essere analizzato in quanto è l’unica morta del volo 828 e l’autopsia potrebbe rivelare altri particolari.

Conclusioni e valutazione di Manifest 1×03.

Manifest sta piacendo. Il rapporto fra i gemelli è stata una parte importante dell’episodio perché ha il sapore dei vecchi dramedy come Settimo cielo o Party of Five, quelle situazioni melense fatte di incomprensioni che poi hanno sempre e comunque un lieto fine.
Manifest si muove davvero bene stando attenta a non forzare la chiave narrativa verso un aspetto più da drama o su un piano legato all’insolito. Tutto si lega perfettamente e l’episodio fila in modo sorprendente anche se mette dentro tantissime cose, inclusa la fiducia reciproca fra chi è tornato e chi aspettava.

Manifest: un’immagine dell’episodio 1×04.

La fiducia è proprio un lato che potrebbe essere sviluppato meglio in quanto Ben sa che qualcosa in Grace è cambiato ma ha troppa paura di perderla se dovesse forzare la mano. Deve avere fiducia nelle sue parole, nelle sue lacrime nel suo desiderio di stare con lui.
Michaela invece cerca di combattere i suoi fantasmi come detto e riprendere il legame con la famiglia della collega Evie non solo le fa superare la paura di guidare, ma la porta finalmente ad ottenere quel perdono che gli faccia sparire per sempre il pesante senso di colpa con cui era salita sul volo 828.
La mia valutazione dell’episodio 3 è molto positivo e sono ben felice di aver scelto di recensire questa serie. Mi piacciono e mi sorprendono i protagonisti, la storia, lo sviluppo, insomma se non avete ancora deciso se iniziarla o meno, io vi consiglio di farlo perché non ve ne pentirete.
Passo e Chiudo.

Promo episodio 1×04 di Manifest


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