La Porta Rossa 2: Lino Guanciale intervista “Tutti abbiamo un Cagliostro, lui non se ne vuole andare” | VIDEO

Abbiamo intervistato Lino Guanciale, attesissimo protagonista de La Porta Rossa 2, che ci ha parlato delle novità e del significato del suo personaggio. Ecco la nostra intervista.

Lino Guanciale è ormai il volto di casa Rai, abbiamo perso il conto in quante serie di successo troviamo il suo faccione sorridente. Un attore che ha saputo conquistare il pubblico, tanto che la sua uscita di scena in Che Dio Ci Aiuti ha provocato una sommossa popolare. In attesa di scoprire se ci sarà – come in realtà è scontato- una terza stagione de L’Allieva, noi lo abbiamo incontrato alla presentazione de La Porta Rossa 2.

L’attore più amato d’Italia sul piccolo schermo ci ha parlato delle novità per la seconda stagione de La Porta Rossa, annunciandoci i motivi per cui Cagliostro non se ne va e che la nuova stagione ha un salto temporale di sei mesi. Cosa sarà successo in questo tempo? Ecco la nostra intervista con Lino Guanciale.

Cosa ci dobbiamo aspettare da questa La Porta Rossa 2? Quali cambiamenti?

“Crediamo che il rilancio di questa seconda stagione sia per certi versi superiore a quello della prima. Speriamo che la complessità dell’intreccio narrativo possa appassionarvi ancora di più. La cosa interessante è che La Porta Rossa 2 comincia sei mesi dopo la fine della prima stagione con Anna che sta per partorire. Per quei sei mesi Cagliostro è rimasto perché non gli tornava tanto il legame tra chi lo ha ucciso, i colleghi e Jonas, il fantasma semi vivo che torna. La porta Rossa 1 è stata uno shock per lui, adesso però si è abituato al rapporto con queste persone e a gestirlo in questo modo”

Cosa lo spinge a restare in questa Trieste così piovosa?

“A Trieste non piove così tanto, vi voglio tranquillizzare. È un posto meraviglioso e ci hanno accolto benissimo. Attraverso la vicenda di Cagliostro, della vita non vita di questo protagonista è facile riconoscersi per ognuno di noi. Quello che lo fa restare si scoprirà in parte in questa seconda stagione, si entra nel merito di un fantasma che non riesce ad andare via. Credo che la cosa fondamentale sia anche la curiosità. Credo che sia un dato che ci sia, la curiosità del detective che ha voglia di scoprire cosa si nasconde dietro qualcosa che non si è compreso”.

Ci credi a questo aspetto paranormale?

“Non ci credo e affronto tutto diciamo con metodo scientifico.  C’è una grande letteratura da studiare su questo aspetto.  La Porta Rossa parla però di un tema forte, del legame che resta tra chi rimane e chi ci lascia. La rappresentazione simbolica di Cagliostro parla di un qualcosa che succede a tutti quanti noi e io a questo ci credo. Questa è una storia che parla fondamentalmente di questo utilizzando però ingredienti della letteratura”.

Sei credente? 

“Io non sono credente, non avverto la necessità che ci sia quello come focus. In realtà c’è un fronte religioso col personaggio di Don Giulio, rimane nella storia una sponda di quel tipo. A me piace questa serie perché non c’e un punto di vista privilegiato sulla morte. Secondo me tanta parte del successo del pubblico sta proprio in questo”.

In un’intervista molto bella Gabriella Pession parla di te come un fratello, com’è stato ritrovarla sul set dopo un po’ di tempo dalla prima stagione? Come si è evoluto il rapporto tra di voi?

“Con Gabry ho un rapporto molto bello e vero, abbiamo anche fatto una commedia a teatro insieme in questa stagione. Abbiamo fatto ditta in qualche modo per 8 mesi consecutivi, è un rapporto che stiamo coltivando e che è molto bello”.

Andresti oltre la seconda stagione per La Porta Rossa?

“Adesso è prematuro, anche perché il datore di lavoro è pubblico. Anche su l’allieva tre prima che lo chiediate vi dico che non ne so nulla, se ne parla come di tutto ciò che ha successo. Se però lo spot de la porta rossa dice che non c’è mai la fine per le serie non si può andare avanti all’infinito, perché la fine nella realtà esiste”.

Lino Guanciale vi aspetta da stasera su Rai 2 con La Porta Rossa 2.

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