Il Re Leone: Hans Zimmer “La musica dell’Africa qui è più vera”| Esclusiva, Video

Abbiamo avuto l’onore d’intervistare il premio Oscar Hans Zimmer, che ci ha raccontato come ha lavorato nella nuova colonna sonora de “Il Re Leone”. All’interno anche il video esclusivo sottotitolato.

“Il Re Leone” è spesso definito come il più grande classico della Disney, per questo motivo quando è stato annunciato il remake in CGI iper realistica molti si sono spaventati ed hanno storto la bocca. Una delle garanzie più importanti però è stata sin da subito la presenza di Hans Zimmer, geniale compositore premio Oscar che è tornato anche in questa nuova versione dopo averci fatto sognare in quella animata.

A Londra abbiamo avuto il piacere d’intervistare in esclusiva proprio Hans Zimmer, che nella nostra chiacchierata ha toccato molti temi e si è definito orgoglioso del grande lavoro fatto in questa nuova versione de “Il Re Leone” (qui il nostro incontro con i doppiatori italiani Elisa e Marco Mengoni) in cui si è avvalso d’importantissime collaborazioni musicali. Ci ha anche anticipato qualcosa su altri remake che prossimamente lo vedranno all’opera, compreso quello attesissimo di “Dune” diretto da Denis Villeneuve. In calce all’articolo trovate la video intervista sottotitolata.

Lei ha avuto degli incredibili musicisti che hanno preso parte a questo remake de “Il Re Leone”, mi domandavo, quanto e’ stato importante per lei portare occhi nuovi al suo score originale e contaminare i suoi pezzi con musicisti diversi? 

Contaminare, che bella parola! Guarda ho inserito tutti miei canti preferiti qui dentro e ho molto insistito per farlo. Ti faccio un esempio, nel primo il budget era sicuramente più basso, quindi in un film sull’Africa che dovrebbe essere ricco di grandi strumentisti ritmici invece tutti i suoni erano stati campionati e suonati da me con il sintetizzatore, quindi non sono un granché. E stato molto importante quindi avere Shilai e Robinson, tutti quei fantastici batteristi e dire loro che in alcune sezioni dovevano copiare il orribili ritmi, dai non così  brutti ma sai sono riusciti a farli brillare. Le note e il resto andava tutto bene, ma ci siamo detti ok ora diamogli una vera performance e trasmettiamogli una vita reale attraverso le straordinarie tecniche che queste persone hanno portato nella nuova versione. Infatti, ciò che mi succede spesso, cioè io ascolto tutte le cose sbagliate, quando ascoltavo “Can Wait to be King”, sentivo la linea di basso di Yolanda che le stava dando il suo tutto o Guthrie e la sua chitarra, cioè’ ogni momento adesso e’ stato dipinto o ha la firma di un maestro della musica.

In questa nuova versione de “Il Re Leone” trovo che lo score abbia un ruolo vitale, perché specialmente l’originale essendo rivolto ad un pubblico giovane doveva mantenere una certa leggerezza nonostante trattasse degli argomenti molto difficili. Può spiegare il tuo processo creativo nel catturare il giusto equilibrio tra le due parti? 

Beh sai in realtà’ in questo film i momenti più difficili sono rimasti uguali, ho lavorato molto di più sull’aspetto della leggerezza, non avendo più la animazione dolce e simpatica. Gli animali realistici non hanno esagerazioni come nei cartoni, quindi ho sentito di dover essere ancora pi divertente e generalista, ma per esempio nella scena dell’orda, tranne per il fatto che sia un leggermente più lunga, e’ rimasta uguale nello score, ho poi detto a John che volevo che la morte del padre fosse immutata perché’ l’ho scritta per mio padre e avevo bisogno di proteggerla in un certo senso, e lui lo ha capito. Quindi nel finale quando sale sulla roccia e presentano il nuovo erede è rimasto immutato tranne per il fatto che ora avevamo musicisti straordinari che suonavano. 

Lei sta lavorando su vari remake sia in passato che in programma, mi chiedevo quale’ la sua opinione personale nel lavorare sui remake invece di poter sperimentare con film completamente nuovi e mai realizzati? 

Non so, sai per esempio Dune per me non e’ un remake perché’ non ho mai visto il film originale perché sono così innamorato del libro. Quindi mi sono fermato e ho detto 90 minuti, quanto sia, non sono abbastanza per raccontare quella storia, non voglio vederlo perché’ non voglio che il film che e’ nato nella mia testa possa essere disturbato. E parlando con Denis negli anni sai mi ha detto, “ho aspettato 30 anni per realizzare questo film e io gli ho risposto io ne ho attesi 40!” Quindi sai sapevo che entrambi avevamo fame nel voler rendergli giustizia, speriamo di riuscirci, sai nessuno parte volendo realizzare un brutto film. E sono molto convinto dalla squadra che abbiamo avuto per realizzarlo.

Il Re Leone, il video dell’intervista ad Hans Zimmer

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